PRESEPI E VISITE TURISTICHE ALTERNATIVE

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PRESEPI E VISITE TURISTICHE ALTERNATIVE

Visite turistiche provincia di Forlì-Cesena

La casa di Marino Moretti, la casa sul canale di Cesenatico, racchiude e racconta la vita del poeta crepuscolare, nato nel borgo marinaro. Tra le case colorate e le vele delle barche ormeggiate, inizia la visita in questa inedita casa-museo. Ritratto di uno scrittore col lapis Più di novant’anni di vita del poeta: alcuni dei quali lontani dal paese natale, in altre città per studio e viaggi, ma i più numerosi ed essenziali trascorsi all’interno delle care mura domestiche dell’abitazione, la quale è testimone di tutti gli eventi della vita di Marino. Il poeta ritorna sempre nella “sua Cesenatico”, portando con sé un ricordo, un cimelio o una fotografia, che affida alla memoria storica della casa. Un ritratto “col lapis”, come definiva i suoi scritti, ma i cui contorni indelebili si possono riconoscere nel quadro, formato dagli oggetti custoditi dalla casa nel corso della storia. Se desideri conoscere di più sulla vita del poeta e scoprire la sua biografia, le sue opere, i suoi libri e immergerti nel suo mondo letterario, continua la lettura. Casa Museo di Marino Moretti La casa di Marino Moretti, grazie alla volontà del poeta, è stata lasciata in eredità alla città di Cesenatico e, intatta nella sua struttura, è diventata così un museo per i posteri. Un’atmosfera unica, dove è possibile percepire ancora le emozioni, i ricordi e le vicissitudini che tanto portarono ispirazione allo scrittore e che tradusse nella sua letteratura. Qui gli arredamenti, gli oggetti, i libri e le carte autografe parlano del poeta e formano un archivio vivente in grado di coinvolgere e di sorprendere tutti i suoi visitatori. Esperienze e visite Casa Moretti non è solo un museo, ma uno spazio artistico, dove immergersi nella cultura, nella letteratura e nell’arte e rendere omaggio al patrimonio culturale del poeta, calcando i suoi luoghi cari. Visita alla Casa Museo Accompagnando i visitatori in un viaggio esperienziale nel mondo dello scrittore, la Casa Museo è accessibile grazie a visite guidate curate e specializzate nel fascino domestico di un museo conservato nei suoi ambienti originali. Segui i corsi di letteratura Corsi di approfondimento sulla letteratura italiana dell’Ottocento e del Novecento nella casa natale del celebre poeta crepuscolare. Casa Moretti organizza, in particolare, per docenti universitari e insegnanti un inedito aggiornamento sull’eredità letteraria di Moretti. Consulta le opere autografe del poeta Casa Moretti apre la biblioteca personale e l’archivio storico del poeta per studio e ricerca, per docenti, laureandi e ricercatori. Partecipa alla consultazione delle opere autografe del poeta all’interno della stessa casa, dove Moretti è nato, vissuto e ha composto le sue opere. Oggi sede di un avanzato centro studi sul‘900.
Casa Moretti
1 Via Marino Moretti
La casa di Marino Moretti, la casa sul canale di Cesenatico, racchiude e racconta la vita del poeta crepuscolare, nato nel borgo marinaro. Tra le case colorate e le vele delle barche ormeggiate, inizia la visita in questa inedita casa-museo. Ritratto di uno scrittore col lapis Più di novant’anni di vita del poeta: alcuni dei quali lontani dal paese natale, in altre città per studio e viaggi, ma i più numerosi ed essenziali trascorsi all’interno delle care mura domestiche dell’abitazione, la quale è testimone di tutti gli eventi della vita di Marino. Il poeta ritorna sempre nella “sua Cesenatico”, portando con sé un ricordo, un cimelio o una fotografia, che affida alla memoria storica della casa. Un ritratto “col lapis”, come definiva i suoi scritti, ma i cui contorni indelebili si possono riconoscere nel quadro, formato dagli oggetti custoditi dalla casa nel corso della storia. Se desideri conoscere di più sulla vita del poeta e scoprire la sua biografia, le sue opere, i suoi libri e immergerti nel suo mondo letterario, continua la lettura. Casa Museo di Marino Moretti La casa di Marino Moretti, grazie alla volontà del poeta, è stata lasciata in eredità alla città di Cesenatico e, intatta nella sua struttura, è diventata così un museo per i posteri. Un’atmosfera unica, dove è possibile percepire ancora le emozioni, i ricordi e le vicissitudini che tanto portarono ispirazione allo scrittore e che tradusse nella sua letteratura. Qui gli arredamenti, gli oggetti, i libri e le carte autografe parlano del poeta e formano un archivio vivente in grado di coinvolgere e di sorprendere tutti i suoi visitatori. Esperienze e visite Casa Moretti non è solo un museo, ma uno spazio artistico, dove immergersi nella cultura, nella letteratura e nell’arte e rendere omaggio al patrimonio culturale del poeta, calcando i suoi luoghi cari. Visita alla Casa Museo Accompagnando i visitatori in un viaggio esperienziale nel mondo dello scrittore, la Casa Museo è accessibile grazie a visite guidate curate e specializzate nel fascino domestico di un museo conservato nei suoi ambienti originali. Segui i corsi di letteratura Corsi di approfondimento sulla letteratura italiana dell’Ottocento e del Novecento nella casa natale del celebre poeta crepuscolare. Casa Moretti organizza, in particolare, per docenti universitari e insegnanti un inedito aggiornamento sull’eredità letteraria di Moretti. Consulta le opere autografe del poeta Casa Moretti apre la biblioteca personale e l’archivio storico del poeta per studio e ricerca, per docenti, laureandi e ricercatori. Partecipa alla consultazione delle opere autografe del poeta all’interno della stessa casa, dove Moretti è nato, vissuto e ha composto le sue opere. Oggi sede di un avanzato centro studi sul‘900.
SECONDO CASADEI 1906-1971 SAVIGNANO SUL RUBICONE Indirizzo: Museo Secondo Casadei via Della Pace 28 47039 Savignano sul Rubicone (FC) tel.0541945259 Orario: Visite su appuntamento telefonico o via mail
Casadei Edizioni Musicali Sonora
28 Via della Pace
SECONDO CASADEI 1906-1971 SAVIGNANO SUL RUBICONE Indirizzo: Museo Secondo Casadei via Della Pace 28 47039 Savignano sul Rubicone (FC) tel.0541945259 Orario: Visite su appuntamento telefonico o via mail
PELLEGRINO ARTUSI 1820-1911 FORLIMPOPOLI Indirizzo: Fondazione Casa Artusi via Costa 23/31 47034 Forlimpopoli (FC) SEGRETERIA EVENTI e SCUOLA di CUCINA tel. 0543 743138 Mob 349 8401818 BOTTEGA di Casa Artusi tel. 0543 743138 Mob 349 8401818 RISTORANTE Casa Artusi di Andrea Banfi & c. tel. 0543 748049
Fondazione Casa Artusi
27 Via Andrea Costa
PELLEGRINO ARTUSI 1820-1911 FORLIMPOPOLI Indirizzo: Fondazione Casa Artusi via Costa 23/31 47034 Forlimpopoli (FC) SEGRETERIA EVENTI e SCUOLA di CUCINA tel. 0543 743138 Mob 349 8401818 BOTTEGA di Casa Artusi tel. 0543 743138 Mob 349 8401818 RISTORANTE Casa Artusi di Andrea Banfi & c. tel. 0543 748049
DON GIOVANNI VERITA 1807-1885 MODIGLIANA Indirizzo: Via Garibaldi, 30 Modigliana Forlì Tel: +39 0546 942279 Orario: Aperto tutte le domeniche dalle 15 alle 18 Per prenotazioni, visite guidate e aperture straordinarie contattare la Biblioteca: 0546.941019
Museo Civico Don Giovanni Verità
30 Via G. Garibaldi
DON GIOVANNI VERITA 1807-1885 MODIGLIANA Indirizzo: Via Garibaldi, 30 Modigliana Forlì Tel: +39 0546 942279 Orario: Aperto tutte le domeniche dalle 15 alle 18 Per prenotazioni, visite guidate e aperture straordinarie contattare la Biblioteca: 0546.941019
I musei di San Domenico si trovano a Forlì e devono il nome a un convento domenicano risalente al XIII sec.. Il complesso museale è formato da cinque edifici: palazzo Pasquali, chiesa di San Giacomo Apostolo, convento dei Domenicani, convento degli Agostiniani e sala Santa Caterina. Al suo interno è ospitata la Pinacoteca Civica di Forlì. È inoltre sede di esposizioni temporanee. Il refettorio del convento domenicano presenta affreschi cinquecenteschi attribuiti a Girolamo Ugolini. Sulla parete nord-est l'affresco è ripartito in tre parti suddivise da elementi architettonici con al centro la Crocifissione, a sinistra l'apparizione dei santi Pietro e Paolo a San Domenico e a destra sempre San Domenico che resuscita il giovane Napoleone Orsini caduto da cavallo. Sulla parete di sud-ovest è rappresentata la mensa di San Domenico con il miracoli dei pani. Quest'ultimo affresco fu gravemente danneggiato dai militari nel periodo napoleonico.
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Museo de San Domenico
12 P.le Guido da Montefeltro
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I musei di San Domenico si trovano a Forlì e devono il nome a un convento domenicano risalente al XIII sec.. Il complesso museale è formato da cinque edifici: palazzo Pasquali, chiesa di San Giacomo Apostolo, convento dei Domenicani, convento degli Agostiniani e sala Santa Caterina. Al suo interno è ospitata la Pinacoteca Civica di Forlì. È inoltre sede di esposizioni temporanee. Il refettorio del convento domenicano presenta affreschi cinquecenteschi attribuiti a Girolamo Ugolini. Sulla parete nord-est l'affresco è ripartito in tre parti suddivise da elementi architettonici con al centro la Crocifissione, a sinistra l'apparizione dei santi Pietro e Paolo a San Domenico e a destra sempre San Domenico che resuscita il giovane Napoleone Orsini caduto da cavallo. Sulla parete di sud-ovest è rappresentata la mensa di San Domenico con il miracoli dei pani. Quest'ultimo affresco fu gravemente danneggiato dai militari nel periodo napoleonico.
Portico di Romagna: non solo paese dei presepi Durante le festività natalizie il paese medievale di Portico di Romagna ospita un’esposizione di presepi, disseminati negli angoli più suggestivi dell’antico borgo, dalle facciate delle case ai sottoscale, dalle finestrelle alle panchine, fino ai tronchi, dando vita ad uno degli eventi natalizi più visitati in regione. Ma non a tutti sanno che la storia ci tramanda un forte legame con la Toscana di Dante: provincia di Firenze fino al 1923. Si narra che fu proprio qui che sbocciò l’amore di Dante Alighieri per Beatrice Portinari. Poco distante, inoltre, il sentiero che conduce alle Cascate dell’Acquacheta, tra le maggiori dell’Appennino settentrionale, rese famose dal sommo poeta nel canto XVI dell’Inferno. Una meta turistica con uno doppio valore: letterario e naturalistico. Consigliato un rinfrescante bagno estivo nel fiume Montone, a due passi dai vicoli medioevali del borgo.
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Portico di Romagna
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Portico di Romagna: non solo paese dei presepi Durante le festività natalizie il paese medievale di Portico di Romagna ospita un’esposizione di presepi, disseminati negli angoli più suggestivi dell’antico borgo, dalle facciate delle case ai sottoscale, dalle finestrelle alle panchine, fino ai tronchi, dando vita ad uno degli eventi natalizi più visitati in regione. Ma non a tutti sanno che la storia ci tramanda un forte legame con la Toscana di Dante: provincia di Firenze fino al 1923. Si narra che fu proprio qui che sbocciò l’amore di Dante Alighieri per Beatrice Portinari. Poco distante, inoltre, il sentiero che conduce alle Cascate dell’Acquacheta, tra le maggiori dell’Appennino settentrionale, rese famose dal sommo poeta nel canto XVI dell’Inferno. Una meta turistica con uno doppio valore: letterario e naturalistico. Consigliato un rinfrescante bagno estivo nel fiume Montone, a due passi dai vicoli medioevali del borgo.
Arte Moderna a Santa Sofia Non a tutti è noto che il piccolo borgo di Santa Sofia, appartenente all’Unione dei Comuni della Romagna forlivese, adagiato sulle sponde del fiume Bidente, è una tappa interessante per gli amanti dell’arte moderna grazie alla Galleria d’arte moderna “Vero Stoppioni” che dal 1990 espone e conserva le opere realizzate per le varie edizioni del Premio Campigna. La struttura raccoglie opere delle più svariate tendenze artistiche italiane dagli anni 1950 ad oggi: il realismo, l’informale, la pop art, l’astrattismo, la rappresentazione metafisica, la nuova figurazione, fino alle più recenti produzioni. Attenzione particolare dedicata a Mattia Moreni (1920-1999), “il più mobile ed irrequieto fra i nostri maestri” come lo definisce lo storico dell’arte Renato Barilli, che creò un rapporto privilegiato con Santa Sofia e il suo territorio. Altro esempio di attenzione all’arte moderna il Parco Sculture, con opere moderne di artisti di chiara fama collocate in un percorso che si snoda dal centro di Santa Sofia, partendo dal Parco Giorgi (della Resistenza), per scendere poi nell’alveo del fiume Bidente e raggiungere Capaccio.
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Santa Sofia
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Arte Moderna a Santa Sofia Non a tutti è noto che il piccolo borgo di Santa Sofia, appartenente all’Unione dei Comuni della Romagna forlivese, adagiato sulle sponde del fiume Bidente, è una tappa interessante per gli amanti dell’arte moderna grazie alla Galleria d’arte moderna “Vero Stoppioni” che dal 1990 espone e conserva le opere realizzate per le varie edizioni del Premio Campigna. La struttura raccoglie opere delle più svariate tendenze artistiche italiane dagli anni 1950 ad oggi: il realismo, l’informale, la pop art, l’astrattismo, la rappresentazione metafisica, la nuova figurazione, fino alle più recenti produzioni. Attenzione particolare dedicata a Mattia Moreni (1920-1999), “il più mobile ed irrequieto fra i nostri maestri” come lo definisce lo storico dell’arte Renato Barilli, che creò un rapporto privilegiato con Santa Sofia e il suo territorio. Altro esempio di attenzione all’arte moderna il Parco Sculture, con opere moderne di artisti di chiara fama collocate in un percorso che si snoda dal centro di Santa Sofia, partendo dal Parco Giorgi (della Resistenza), per scendere poi nell’alveo del fiume Bidente e raggiungere Capaccio.
GIULIO TURCI 1917-1978 SANTARCANGELO DI ROMAGNA Indirizzo: Segreteria: 0541 622160 Via Don Minzoni, 64 Santarcangelo di Romagna, 47822 Italia Orario: La casa è visitabile su prenotazione. Sono possibili visite guidate su prenotazione
Giulio Turci Association
64 Via Don Giovanni Minzoni
GIULIO TURCI 1917-1978 SANTARCANGELO DI ROMAGNA Indirizzo: Segreteria: 0541 622160 Via Don Minzoni, 64 Santarcangelo di Romagna, 47822 Italia Orario: La casa è visitabile su prenotazione. Sono possibili visite guidate su prenotazione
AURELIO SAFFI 1819 - 1890 FORLI Indirizzo: Via Firenze, 164 Località San Varano - Forlì Tel +39 0543 712627 - 712633 Orario: La casa museo apre su prenotazione. Contattare il Servizio Cultura e Turismo - Unità Musei allo 0543 712627/712633
villa Saffi
164 Via Firenze
AURELIO SAFFI 1819 - 1890 FORLI Indirizzo: Via Firenze, 164 Località San Varano - Forlì Tel +39 0543 712627 - 712633 Orario: La casa museo apre su prenotazione. Contattare il Servizio Cultura e Turismo - Unità Musei allo 0543 712627/712633
San Mauro Pascoli Lasciati avvolgere dai veli della storia e vieni a scoprire le vicende straordinarie dell’antico Castello di Giovedìa, attuale Villa Torlonia. In questo suggestivo luogo si affastellano le testimonianze di potenti famiglie: dai Malatesta agli Zampeschi, dai Riario-Sforza agli Onesti-Braschi, fino all’influente casata dei Torlonia che segnò per sempre il destino di questo territorio. Qui si intrecciano le sorti della cittadina di San Mauro a quelle di Giovanni Pascoli e della sua famiglia. Diversi i termini con cui, nel corso del tempo, si è cercato di descrivere questa dimora nel tentativo di coglierne l’essenza. Eppure, ancora oggi, Villa Torlonia conserva le sue molteplici anime, difficili da racchiudere in un’unica definizione. Da castello malatestiano a tenuta agricola d’eccellenza, la struttura attualmente ospita sale convengo, teatro, mostre temporanee ed il Museo Multimediale Pascoliano. Qui cultura, innovazione e tecnologia si incontrano per valorizzare la poesia di Pascoli attraverso un percorso immersivo ed evocativo reso possibile grazie a scenografie digitali, video mapping, giochi di suoni e parole, cullati dalle voci recitanti di Luca Ward, Emanuela Rossi e Lino Guanciale. Insieme alla casa natale, oggi Museo Casa Pascoli, Villa Torlonia costituisce il Parco Poesia Pascoli nato a marzo 2019 per unire idealmente i luoghi del cuore del poeta. Il complesso è accessibile al pubblico in visita guidata ed individuale e prevede aperture straordinarie e visite d’eccezione in particolari periodi dell’anno. La corte esterna, immersa nel verde, è impreziosita dalla piccola chiesa dei Santi Pietro e Paolo e dalla Locanda del Poeta dove è possibile trovare alloggio e ristoro. UN PO' DI STORIA L'area che corrisponde al territorio della villa era già abitata in età romana. Il toponimo Giovedìa, che percorre i documenti dal 1000 al 1500, rimanda al culto di Giove ed indica una vera e propria località, distinta dalla vicina San Mauro, in posizione strategica tra i fiumi Uso e Rio Salto. Una preziosa pergamena del 1057 descrive la Corte di Giovedìa ­LEGGENDE & STORIE DI FANTASMI Qui si racconta un omicidio: un omicidio tra i più famosi delle patrie lettere. Un complotto: un insieme di persone e d'interessi convergono al fine di eliminare Ruggero Pascoli, padre del poeta. Un efferato delitto, avvenuto il X Agosto del 1867, che sconvolge la vita di Giovanni Pascoli e porta, nel giro di qualche anno, allo sfacelo di “tutta una fiorente famiglia”. Quel giorno, Ruggero avrebbe dovuto incontrare a Cesena un funzionario dei Torlonia: Achille Petri. Le ore passano e Petri non arriva. Ruggero riparte per far ritorno a San Mauro. Due uomini acquattati dietro un fossato nei pressi di villa di Gualdo, sulla “strada maestra” tra Savignano e Longiano, sparano un colpo di fucile che raggiunge il Pascoli alla fronte. Si aprono tre processi mentre le carte relative all'autopsia e alla relazione con i nomi dei colpevoli spariscono. I sicari non verranno mai consegnati alla giustizia e le carte processuali finiranno al macero nel 1916, anno di morte di Pietro Cacciaguerra additato dalle prove indiziarie come mandante. La mano armata è quella di Luigi Pagliarani tratteggiato, vox populi, come terribile d'aspetto: lunga la barba, infuocati gli occhi. Si favoleggia che esponesse la moglie fuori dalla finestra tenendola per i capelli e che intimasse ai carabinieri di restare asserragliati in caserma. Tra tardive testimonianze, indagini portate avanti dagli stessi fratelli Pascoli, interrogatori, depistaggi, minacce ed emblemi di morte, a Caterina Allocatelli Vincenzi, madre del poeta, non restò che confidare le sue pene alla fedele cavalla storna, unica compagna del marito durante quell’ultimo viaggio. Un omicidio irrisolto a cui solo la Poesia seppe darvi riscatto, immortale ricordo, nobile vendetta. “Questo ricordo del X agosto 1867 io dedico ad alcuni uomini atroci; siano essi ora spettri che vagolano perpetuamente dal luogo dove uccisero al luogo dove furono uccisi, siano teste rugose e bianche che sempre più si chinano a l'Ombra estrema che cova la vendetta, o siano fronti pallide che provano a rialzarsi lentamente sperando che essa non venga più, non ci sia più...pazienza ancora, un po' di pazienza! pazienza! pazienza!”
Villa Torlonia
2 Via Due Martiri
San Mauro Pascoli Lasciati avvolgere dai veli della storia e vieni a scoprire le vicende straordinarie dell’antico Castello di Giovedìa, attuale Villa Torlonia. In questo suggestivo luogo si affastellano le testimonianze di potenti famiglie: dai Malatesta agli Zampeschi, dai Riario-Sforza agli Onesti-Braschi, fino all’influente casata dei Torlonia che segnò per sempre il destino di questo territorio. Qui si intrecciano le sorti della cittadina di San Mauro a quelle di Giovanni Pascoli e della sua famiglia. Diversi i termini con cui, nel corso del tempo, si è cercato di descrivere questa dimora nel tentativo di coglierne l’essenza. Eppure, ancora oggi, Villa Torlonia conserva le sue molteplici anime, difficili da racchiudere in un’unica definizione. Da castello malatestiano a tenuta agricola d’eccellenza, la struttura attualmente ospita sale convengo, teatro, mostre temporanee ed il Museo Multimediale Pascoliano. Qui cultura, innovazione e tecnologia si incontrano per valorizzare la poesia di Pascoli attraverso un percorso immersivo ed evocativo reso possibile grazie a scenografie digitali, video mapping, giochi di suoni e parole, cullati dalle voci recitanti di Luca Ward, Emanuela Rossi e Lino Guanciale. Insieme alla casa natale, oggi Museo Casa Pascoli, Villa Torlonia costituisce il Parco Poesia Pascoli nato a marzo 2019 per unire idealmente i luoghi del cuore del poeta. Il complesso è accessibile al pubblico in visita guidata ed individuale e prevede aperture straordinarie e visite d’eccezione in particolari periodi dell’anno. La corte esterna, immersa nel verde, è impreziosita dalla piccola chiesa dei Santi Pietro e Paolo e dalla Locanda del Poeta dove è possibile trovare alloggio e ristoro. UN PO' DI STORIA L'area che corrisponde al territorio della villa era già abitata in età romana. Il toponimo Giovedìa, che percorre i documenti dal 1000 al 1500, rimanda al culto di Giove ed indica una vera e propria località, distinta dalla vicina San Mauro, in posizione strategica tra i fiumi Uso e Rio Salto. Una preziosa pergamena del 1057 descrive la Corte di Giovedìa ­LEGGENDE & STORIE DI FANTASMI Qui si racconta un omicidio: un omicidio tra i più famosi delle patrie lettere. Un complotto: un insieme di persone e d'interessi convergono al fine di eliminare Ruggero Pascoli, padre del poeta. Un efferato delitto, avvenuto il X Agosto del 1867, che sconvolge la vita di Giovanni Pascoli e porta, nel giro di qualche anno, allo sfacelo di “tutta una fiorente famiglia”. Quel giorno, Ruggero avrebbe dovuto incontrare a Cesena un funzionario dei Torlonia: Achille Petri. Le ore passano e Petri non arriva. Ruggero riparte per far ritorno a San Mauro. Due uomini acquattati dietro un fossato nei pressi di villa di Gualdo, sulla “strada maestra” tra Savignano e Longiano, sparano un colpo di fucile che raggiunge il Pascoli alla fronte. Si aprono tre processi mentre le carte relative all'autopsia e alla relazione con i nomi dei colpevoli spariscono. I sicari non verranno mai consegnati alla giustizia e le carte processuali finiranno al macero nel 1916, anno di morte di Pietro Cacciaguerra additato dalle prove indiziarie come mandante. La mano armata è quella di Luigi Pagliarani tratteggiato, vox populi, come terribile d'aspetto: lunga la barba, infuocati gli occhi. Si favoleggia che esponesse la moglie fuori dalla finestra tenendola per i capelli e che intimasse ai carabinieri di restare asserragliati in caserma. Tra tardive testimonianze, indagini portate avanti dagli stessi fratelli Pascoli, interrogatori, depistaggi, minacce ed emblemi di morte, a Caterina Allocatelli Vincenzi, madre del poeta, non restò che confidare le sue pene alla fedele cavalla storna, unica compagna del marito durante quell’ultimo viaggio. Un omicidio irrisolto a cui solo la Poesia seppe darvi riscatto, immortale ricordo, nobile vendetta. “Questo ricordo del X agosto 1867 io dedico ad alcuni uomini atroci; siano essi ora spettri che vagolano perpetuamente dal luogo dove uccisero al luogo dove furono uccisi, siano teste rugose e bianche che sempre più si chinano a l'Ombra estrema che cova la vendetta, o siano fronti pallide che provano a rialzarsi lentamente sperando che essa non venga più, non ci sia più...pazienza ancora, un po' di pazienza! pazienza! pazienza!”
VILLA SILVIA-CARDUCCI 1838-1907 CESENA Indirizzo: Villa Silvia-Carducci Stanza del Poeta e Museo AMMI Associazione Italiana Musica Meccanica Via Lizzano 1241 Cesena (FC) Tel. 0547-323425 Fax. 0547 661264 Orario: Orari di ufficio: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.30 Orari di visita al museo Musicalia e Camera del Carducci: sabato e domenica dalle 15.00 alle 18.00 (ora solare) o dalle 16.00 alle 19.00 (ora legale); in altri giorni e orari apertura su prenotazione
Villa Di Silvia Carducci
1241 Via Lizzano
VILLA SILVIA-CARDUCCI 1838-1907 CESENA Indirizzo: Villa Silvia-Carducci Stanza del Poeta e Museo AMMI Associazione Italiana Musica Meccanica Via Lizzano 1241 Cesena (FC) Tel. 0547-323425 Fax. 0547 661264 Orario: Orari di ufficio: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.30 Orari di visita al museo Musicalia e Camera del Carducci: sabato e domenica dalle 15.00 alle 18.00 (ora solare) o dalle 16.00 alle 19.00 (ora legale); in altri giorni e orari apertura su prenotazione

Visite turistiche provincia di Ravenna

Casa di Grazia Deledda La casa di Grazia Deledda si trova a Cervia in una zona posta a metà strada tra il centro storico ed il mare, sul Viale Colombo. Villa di Grazia Deledda Si può identificare come un tipico villino ad uso balneare di primo Novecento, anche se in realtà oggi non rimane nulla del paesaggio marino che aveva colpito la scrittrice al momento dell'acquisto della casa e che l'aveva spinta a trascorrere proprio a Cervia le vacanze per tanti anni: non ci sono più i giunchi, i tamerici, né le dune di sabbia. Non è invece cambiata la casa "color biscotto" ricordata dall'autrice in alcune novelle. Alla sua morte, nel 1936, la villetta venne venduta a privati e nel corso degli anni la sua destinazione cambiò spesso d'uso. Villa di Grazia Deledda - lapideSulla casa è apposta una targa che ricorda la scrittrice. La casa è privata. Dove: Viale Cristoforo Colombo 65, Cervia Ingresso: non visitabile
Casa di Grazia Deledda
65 Viale Cristoforo Colombo
Casa di Grazia Deledda La casa di Grazia Deledda si trova a Cervia in una zona posta a metà strada tra il centro storico ed il mare, sul Viale Colombo. Villa di Grazia Deledda Si può identificare come un tipico villino ad uso balneare di primo Novecento, anche se in realtà oggi non rimane nulla del paesaggio marino che aveva colpito la scrittrice al momento dell'acquisto della casa e che l'aveva spinta a trascorrere proprio a Cervia le vacanze per tanti anni: non ci sono più i giunchi, i tamerici, né le dune di sabbia. Non è invece cambiata la casa "color biscotto" ricordata dall'autrice in alcune novelle. Alla sua morte, nel 1936, la villetta venne venduta a privati e nel corso degli anni la sua destinazione cambiò spesso d'uso. Villa di Grazia Deledda - lapideSulla casa è apposta una targa che ricorda la scrittrice. La casa è privata. Dove: Viale Cristoforo Colombo 65, Cervia Ingresso: non visitabile
RAFFAELE BENDANDI FAENZA Indirizzo: Museo Casa Bendandi Osservatorio Sismologico via Manara 17 48018 Faenza Telefono 338 8188688 Fax 0546 25206 Presidente: Dott.ssa Paola Pescerelli Lagorio Orario: tutti i primi mercoledì del mese dalle ore 20.30 alle ore 22.30 e su appuntamento
Casa - Museo "r. Bendandi"
17 Via Baldassarre Manara
RAFFAELE BENDANDI FAENZA Indirizzo: Museo Casa Bendandi Osservatorio Sismologico via Manara 17 48018 Faenza Telefono 338 8188688 Fax 0546 25206 Presidente: Dott.ssa Paola Pescerelli Lagorio Orario: tutti i primi mercoledì del mese dalle ore 20.30 alle ore 22.30 e su appuntamento
Mandriole frazione di Ravenna Sulle tracce di Garibaldi a 200 anni dalla nascita di Ana Maria de Jesus Ribeio, Anita. Moglie dell'Eroe dei Due Mondi, “pasionaria” risorgimentale nata in Brasile nel 1821, muore tragicamente durante la fuga dei patrioti garibaldini tra la pineta e il fiume Lamone ravennati. Un percorso a piedi ispirato alla TRAFILA ROMAGNOLA del 1849. In due giorni si percorrono la prima sammarinese e l'ultima tappa da Marina di Ravenna. Ieri la partenza “IN SIGNUM ROSAE” nel punto fiorito di una aiuola dedicato ad “ANITA FIDELIS” davanti al cippo di Garibaldi in Piazza della Libertà. A rappresentare le istituzioni c'era il Segretario al Turismo Federico Pedini Amati. I portabandiera delle associazioni garibaldine e alcuni escursionisti locali hanno poi intrapreso con i partecipanti il percorso naturalistico dei sentieri intorno al Monte verso Verucchio per 12 km fino alla Rocca.
Cippus of Anita Garibaldi in Mandriole
Via Corriera Antica
Mandriole frazione di Ravenna Sulle tracce di Garibaldi a 200 anni dalla nascita di Ana Maria de Jesus Ribeio, Anita. Moglie dell'Eroe dei Due Mondi, “pasionaria” risorgimentale nata in Brasile nel 1821, muore tragicamente durante la fuga dei patrioti garibaldini tra la pineta e il fiume Lamone ravennati. Un percorso a piedi ispirato alla TRAFILA ROMAGNOLA del 1849. In due giorni si percorrono la prima sammarinese e l'ultima tappa da Marina di Ravenna. Ieri la partenza “IN SIGNUM ROSAE” nel punto fiorito di una aiuola dedicato ad “ANITA FIDELIS” davanti al cippo di Garibaldi in Piazza della Libertà. A rappresentare le istituzioni c'era il Segretario al Turismo Federico Pedini Amati. I portabandiera delle associazioni garibaldine e alcuni escursionisti locali hanno poi intrapreso con i partecipanti il percorso naturalistico dei sentieri intorno al Monte verso Verucchio per 12 km fino alla Rocca.
Casa estiva di Giovannino Guareschi CERVIA é l'ombelico del mondo. Non fosse altro perchè si trova esattamente al centro della carta geografica, provare per credere. E' di questo che ci si convince, magari ridendoci anche un po' su, incontrando alcuni dei personaggi che in questa città hanno scelto di viverci. A cominciare da Giovannino Guareschi. E così, oggi dalle 16 in poi, può accadere che parlando all'ombra di un albero che doveva piacere molto al padre di Don Camillo e Peppone, é come se tutti i ricordi tornassero alla mente. E' questo che suggerisce Carlotta Guareschi, figlia di Giovannino e sorella di Alberto. La casa dei genitori al mare é rimasta a lei, ed é qui che passa, assieme alle figlie e ai nipoti, gran parte delle sue estati.E' questo uno dei luoghi che verrà sfiorato dall'Itinerario letterario dedicato a Giovannino Guareschi e organizzato da Ascom Cervia, che, partendo dalla casa, ripercorrerà la vita cervese di Giovannino, passando per il suo bar "La conca d'oro" (ora Calix), in viale Roma, per Piazza Garibaldi e per il municipio e che si concluderà alla casa delle Aie. SONO MOLTI i cervesi che si ricordano di "Nino", come lo chiamavano qua. A cominciare da Romano, che, a pochi passi da questa casa, sul viale Roma, aveva una bottega. Nino racconta veniva quasi tutti i giorni a trovarmi. La moglie veniva veramente sempre a fare la spesa e anche lui si fermava a comprare cose. Poi ha iniziato a passare anche solo per chiacchierare. Lo stesso avveniva anche con la profumeria che si trovava solo due negozi più in là, gestita dalla sorella di Romano: Andava spesso anche lì, a parlare con la gente. Era la gente comune che piaceva a Guareschi. La gente di mare, dai discorsi semplici, ma profondi, in cui Guareschi probabilmente si ritrovava, come se ci fossero delle similitudini con quelle persone della Bassa che egli tanto amava. In più racconta Carlotta qui c'era l'aria di mare, l'ombra del suo giardino e il fritto misto, di cui lui era ghiotto. La sua ultima notte cervese, infatti, fra il 21 e il 22 luglio del 1968, Guareschi l'aveva passata con gli amici a mangiare il fritto al Pirata, un ristorante che ancora si trova a poche centinaia di metri da casa Guareschi. Qui tutti gli volevano bene prosegue la figlia e lui lo sapeva. C'erano i vicini di casa che gli davano la voce, anche prima di sentirsi poco bene, aveva dato il buongiorno alla vicina di casa, che é stata l'ultima a vederlo in vita. A CERVIA Guareschi aveva ricostruito il suo "piccolo mondo", passeggiando fra la tabaccheria, all'angolo della sua casa, che ora non c'é più, e l'edicola, soffermandosi nelle botteghe di quegli anni, allungandosi fino al porto canale, dove chiacchierava coi pescatori, la mattina presto, e proseguendo fino alla piazza, magari osservando la gente passare e sorridendo ai turisti che già allora affollavano questi lidi. E' proprio qui che Guareschi ha scritto la sua ultima favola, La calda estate del pestifero, un raccontino spiega Carlotta che a lui piaceva particolarmente, ed é qui che dopo anni si possono ritrovare i suoi personaggi.
Parco Giovannino Guareschi
Via Martiri Fantini
Casa estiva di Giovannino Guareschi CERVIA é l'ombelico del mondo. Non fosse altro perchè si trova esattamente al centro della carta geografica, provare per credere. E' di questo che ci si convince, magari ridendoci anche un po' su, incontrando alcuni dei personaggi che in questa città hanno scelto di viverci. A cominciare da Giovannino Guareschi. E così, oggi dalle 16 in poi, può accadere che parlando all'ombra di un albero che doveva piacere molto al padre di Don Camillo e Peppone, é come se tutti i ricordi tornassero alla mente. E' questo che suggerisce Carlotta Guareschi, figlia di Giovannino e sorella di Alberto. La casa dei genitori al mare é rimasta a lei, ed é qui che passa, assieme alle figlie e ai nipoti, gran parte delle sue estati.E' questo uno dei luoghi che verrà sfiorato dall'Itinerario letterario dedicato a Giovannino Guareschi e organizzato da Ascom Cervia, che, partendo dalla casa, ripercorrerà la vita cervese di Giovannino, passando per il suo bar "La conca d'oro" (ora Calix), in viale Roma, per Piazza Garibaldi e per il municipio e che si concluderà alla casa delle Aie. SONO MOLTI i cervesi che si ricordano di "Nino", come lo chiamavano qua. A cominciare da Romano, che, a pochi passi da questa casa, sul viale Roma, aveva una bottega. Nino racconta veniva quasi tutti i giorni a trovarmi. La moglie veniva veramente sempre a fare la spesa e anche lui si fermava a comprare cose. Poi ha iniziato a passare anche solo per chiacchierare. Lo stesso avveniva anche con la profumeria che si trovava solo due negozi più in là, gestita dalla sorella di Romano: Andava spesso anche lì, a parlare con la gente. Era la gente comune che piaceva a Guareschi. La gente di mare, dai discorsi semplici, ma profondi, in cui Guareschi probabilmente si ritrovava, come se ci fossero delle similitudini con quelle persone della Bassa che egli tanto amava. In più racconta Carlotta qui c'era l'aria di mare, l'ombra del suo giardino e il fritto misto, di cui lui era ghiotto. La sua ultima notte cervese, infatti, fra il 21 e il 22 luglio del 1968, Guareschi l'aveva passata con gli amici a mangiare il fritto al Pirata, un ristorante che ancora si trova a poche centinaia di metri da casa Guareschi. Qui tutti gli volevano bene prosegue la figlia e lui lo sapeva. C'erano i vicini di casa che gli davano la voce, anche prima di sentirsi poco bene, aveva dato il buongiorno alla vicina di casa, che é stata l'ultima a vederlo in vita. A CERVIA Guareschi aveva ricostruito il suo "piccolo mondo", passeggiando fra la tabaccheria, all'angolo della sua casa, che ora non c'é più, e l'edicola, soffermandosi nelle botteghe di quegli anni, allungandosi fino al porto canale, dove chiacchierava coi pescatori, la mattina presto, e proseguendo fino alla piazza, magari osservando la gente passare e sorridendo ai turisti che già allora affollavano questi lidi. E' proprio qui che Guareschi ha scritto la sua ultima favola, La calda estate del pestifero, un raccontino spiega Carlotta che a lui piaceva particolarmente, ed é qui che dopo anni si possono ritrovare i suoi personaggi.
Casa di Max David a Cervia L’INVIATO DI GUERRA CERCAVA LA PACE A CERVIA In Viale Roma 59, a cento metri dal mare c’è la casa di Max David. Purtroppo come tante altre cose oggi sembra in declino, con l’ampio parco poco curato, ma sa resistere all’usura del tempo. E’ una bella villa signorile di inizio secolo. Ha visto nascere Massimiliano nel 1908. Lo ha visto crescere, diventare presto uomo quando a 17 anni si è imbarcato come mozzo in un mercantile che faceva rotta per l’Europa del Nord. Tornato in Italia ha continuato a viaggiare. Cervia è sempre stato il suo intimo porto di approdo, da dove ripartire. Dal 1931 come inviato speciale ha scritto di guerre e rivoluzioni per diversi quotidiani italiani. Nel 1937 è in Spagna per descrivere la guerra civile, poi racconta nell’ultima guerra mondiale diversi fronti di guerra. Ha vinto il Premio Bagutta nel 1955 e ha amato e vissuto l’Africa per ritornare alla tranquillità estiva delle sue origini. Ha scritto alcuni libri. Gli inglesi in spiccioli, ecc… e potete trovarli nella libreria “CerviaHouses-book”. Nel 1967 è fra i fondatori del “Tribunato dei vini di Romagna”, riposa nel cimitero che avanza dentro la pineta. Tutti i suoi libri sono stati donati alla Biblioteca Comunale di Cervia.
Via Max David
Via Max David
Casa di Max David a Cervia L’INVIATO DI GUERRA CERCAVA LA PACE A CERVIA In Viale Roma 59, a cento metri dal mare c’è la casa di Max David. Purtroppo come tante altre cose oggi sembra in declino, con l’ampio parco poco curato, ma sa resistere all’usura del tempo. E’ una bella villa signorile di inizio secolo. Ha visto nascere Massimiliano nel 1908. Lo ha visto crescere, diventare presto uomo quando a 17 anni si è imbarcato come mozzo in un mercantile che faceva rotta per l’Europa del Nord. Tornato in Italia ha continuato a viaggiare. Cervia è sempre stato il suo intimo porto di approdo, da dove ripartire. Dal 1931 come inviato speciale ha scritto di guerre e rivoluzioni per diversi quotidiani italiani. Nel 1937 è in Spagna per descrivere la guerra civile, poi racconta nell’ultima guerra mondiale diversi fronti di guerra. Ha vinto il Premio Bagutta nel 1955 e ha amato e vissuto l’Africa per ritornare alla tranquillità estiva delle sue origini. Ha scritto alcuni libri. Gli inglesi in spiccioli, ecc… e potete trovarli nella libreria “CerviaHouses-book”. Nel 1967 è fra i fondatori del “Tribunato dei vini di Romagna”, riposa nel cimitero che avanza dentro la pineta. Tutti i suoi libri sono stati donati alla Biblioteca Comunale di Cervia.
Casola Valsenio Il Cardello, oggi casa museo, è la casa in cui lo scrittore faentino Alfredo Oriani trascorse gran parte della sua vita e scrisse tutte le sue opere, a Casola Valsenio. L’edificio risale probabilmente al secolo XI, ed è stato foresteria dell’Abbazia benedettina di Valsenio, la cui esistenza è documentata a partire dal 1126. Il padre di Alfredo lo acquistò nel 1855 e vi si stabilì nel 1866. Alfredo Oriani (1852-1909), nella sua poliedrica attività di saggista, romanziere, storico, drammaturgo, giornalista, fu un osservatore acuto della società italiana. Oggi è considerato una delle figure più rappresentative del suo tempo, della crisi politica e culturale vissuta dal nostro Paese fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Il Cardello oggi L’attuale assetto della casa museo il Cardello, si deve ad una ristrutturazione profonda ma non sempre rispettosa dell’originale fatta nel 1926. Con il suo intreccio di romanico autentico e di finto antico, il Cardello costituisce senza dubbio un monumento di indubbio interesse. La sua austera suggestione è accentuata dalla stupenda cornice del parco. L’interno della casa è un raro esempio di abitazione signorile romagnola fra Otto e Novecento: la rappresentazione intatta del gusto e di un’epoca, con stanze, come lo studiolo e la camera da letto di Alfredo Oriani, lasciate così come erano. Passeggiate tra le stanze tra mobili antichissimi (alcuni risalgono all’epoca in cui Il Cardello apparteneva all’Abbazia) e suppellettili curiose ed originali. Scoprite vecchi attrezzi per cucinare, lavorare la terra, produrre il vino. E fermatevi ad ammirare la bicicletta con cui lo scrittore, considerato un po’ il padre del “cicloturismo”, compì nel 1897 in solitaria il viaggio di quasi 1000 km tra Romagna e Toscana. Questa avventura su due ruote gli ispirò una tra le sue opere più amate: “La Bicicletta”. Il complesso è oggi di proprietà della Fondazione Casa di Oriani, grazie alla donazione fatta dalla nuora di Alfredo Oriani, Luisa Pifferi, che qui ha vissuto fino alla morte, nel 1979.
House of Alfredo Oriani the Cardello
15 Via Cardello
Casola Valsenio Il Cardello, oggi casa museo, è la casa in cui lo scrittore faentino Alfredo Oriani trascorse gran parte della sua vita e scrisse tutte le sue opere, a Casola Valsenio. L’edificio risale probabilmente al secolo XI, ed è stato foresteria dell’Abbazia benedettina di Valsenio, la cui esistenza è documentata a partire dal 1126. Il padre di Alfredo lo acquistò nel 1855 e vi si stabilì nel 1866. Alfredo Oriani (1852-1909), nella sua poliedrica attività di saggista, romanziere, storico, drammaturgo, giornalista, fu un osservatore acuto della società italiana. Oggi è considerato una delle figure più rappresentative del suo tempo, della crisi politica e culturale vissuta dal nostro Paese fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Il Cardello oggi L’attuale assetto della casa museo il Cardello, si deve ad una ristrutturazione profonda ma non sempre rispettosa dell’originale fatta nel 1926. Con il suo intreccio di romanico autentico e di finto antico, il Cardello costituisce senza dubbio un monumento di indubbio interesse. La sua austera suggestione è accentuata dalla stupenda cornice del parco. L’interno della casa è un raro esempio di abitazione signorile romagnola fra Otto e Novecento: la rappresentazione intatta del gusto e di un’epoca, con stanze, come lo studiolo e la camera da letto di Alfredo Oriani, lasciate così come erano. Passeggiate tra le stanze tra mobili antichissimi (alcuni risalgono all’epoca in cui Il Cardello apparteneva all’Abbazia) e suppellettili curiose ed originali. Scoprite vecchi attrezzi per cucinare, lavorare la terra, produrre il vino. E fermatevi ad ammirare la bicicletta con cui lo scrittore, considerato un po’ il padre del “cicloturismo”, compì nel 1897 in solitaria il viaggio di quasi 1000 km tra Romagna e Toscana. Questa avventura su due ruote gli ispirò una tra le sue opere più amate: “La Bicicletta”. Il complesso è oggi di proprietà della Fondazione Casa di Oriani, grazie alla donazione fatta dalla nuora di Alfredo Oriani, Luisa Pifferi, che qui ha vissuto fino alla morte, nel 1979.
FRANCESCO BARACCA 1888-1918 LUGO Indirizzo: via Baracca,65 48022 Lugo (RA) Tel. + 39 0545 38105-38423 Orario: fino al 9 ottobre dal martedì alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. dal 10 ottobre dal martedì alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.
Museo Francesco Baracca
65 Via Francesco Baracca
FRANCESCO BARACCA 1888-1918 LUGO Indirizzo: via Baracca,65 48022 Lugo (RA) Tel. + 39 0545 38105-38423 Orario: fino al 9 ottobre dal martedì alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. dal 10 ottobre dal martedì alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.
Itinerario dei Mosaici - Ravenna e i lidi L’eccellenza artistica e culturale di Ravenna è indissolubilmente legata agli antichi mosaici riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’UNESCO e vive grazie ai laboratori dei mosaicisti, ai centri del restauro e alle istituzioni di studio e formazione. Tutto questo ha creato una sintesi unica di passato e presente che non esclude i contributi contemporanei e nuovi a questa tecnica. MUSEO TAMO E’ una mostra permanente interamente dedicata all'arte del mosaico, che ha sede all'interno dell'antica chiesa di San Nicolò a Ravenna. La mostra ospita alcuni mosaici originali, databili in un arco temporale che va dal I al XIII sec.. Si possono ammirare alcuni brani di mosaici provenienti dal sito archeologico della Domus dei tappeti di pietra, dalla ormai scomparsa basilica di San Severo e da due domus della vicina Faenza. DOMUS DEI TAPPETI DI PIETRA Collocata all’interno della settecentesca Chiesa di Santa Eufemia, la Domus è costituita da 14 ambienti pavimentati con mosaici policromi e marmi appartenenti ad un edificio privato bizantino del V-VI sec.. I mosaici pavimentali hanno elementi geometrici, floreali e figurativi; i più importanti dell’esposizione sono il “Buon Pastore” e la “Danza dei Geni delle stagioni”. CRIPTA RASPONI Piccola cappella gentilizia, della fine del XVIII sec., in realtà mai destinata ai defunti della famiglia Rasponi. La parte più significativa della cripta è costituita dal pavimento a mosaico, un assemblaggio di diversi frammenti disposti in maniera casuale. Il pavimento proviene da Classe, probabilmente dalla chiesa di San Severo (VI sec.) e presenta motivi ornamentali e figure di animali colti in atteggiamenti spontanei e vivacizzati dall’uso di smalti che ne esaltano la ricchezza cromatica. CRIPTA SAN FRANCESCO La cripta è decorata con mosaici pavimentali del V sec. e, trovandosi sotto il livello del mare, l'acqua la invade come fosse una piccola piscina dove nuotano anche diversi pesci. COSIDDETTO PALAZZO DI TEODERICO Resti del nartece della chiesa medievale di San Salvatore, costruita su un’ala del palazzo teodericiano. I numerosi mosaici esposti fanno parte sia del palazzo che delle strutture che cronologicamente lo hanno preceduto: si tratta di lacerti di mosaico e di tarsie marmoree pavimentali che vanno dal I al VII sec. e che costituiscono un eccezionale repertorio attraverso il quale si può seguire l’evoluzione del mosaico pavimentale antico. CHIESA DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA Costruita nel V sec. da Galla Placidia, la chiesa nel 1944 fu gravemente danneggiata dai bombardamenti aerei che causarono, oltre la perdita degli affreschi del XII-XIV sec., anche la distruzione dei mosaici dell'abside. Sulle pareti interne sono oggi esposti alcuni frammenti del bellissimo pavimento della basilica, risalenti al XIII sec., raffiguranti temi derivati dai romanzi cortesi dell'epoca, animali fantastici e personaggi della quarta crociata. Tra le raccolte eterogenee del museo sono esposti mosaici pavimentali del VI sec., provenienti dalla Basilica di San Severo a Classe e dalla chiesa scomparsa di San Michele in Africisco, un frammento musivo parietale con Testa d’angelo, probabilmente del VI sec. e alcuni lacerti musivi pavimentali di epoca medievale provenienti dalla chiesa di San Vitale.
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Ravenna
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Itinerario dei Mosaici - Ravenna e i lidi L’eccellenza artistica e culturale di Ravenna è indissolubilmente legata agli antichi mosaici riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’UNESCO e vive grazie ai laboratori dei mosaicisti, ai centri del restauro e alle istituzioni di studio e formazione. Tutto questo ha creato una sintesi unica di passato e presente che non esclude i contributi contemporanei e nuovi a questa tecnica. MUSEO TAMO E’ una mostra permanente interamente dedicata all'arte del mosaico, che ha sede all'interno dell'antica chiesa di San Nicolò a Ravenna. La mostra ospita alcuni mosaici originali, databili in un arco temporale che va dal I al XIII sec.. Si possono ammirare alcuni brani di mosaici provenienti dal sito archeologico della Domus dei tappeti di pietra, dalla ormai scomparsa basilica di San Severo e da due domus della vicina Faenza. DOMUS DEI TAPPETI DI PIETRA Collocata all’interno della settecentesca Chiesa di Santa Eufemia, la Domus è costituita da 14 ambienti pavimentati con mosaici policromi e marmi appartenenti ad un edificio privato bizantino del V-VI sec.. I mosaici pavimentali hanno elementi geometrici, floreali e figurativi; i più importanti dell’esposizione sono il “Buon Pastore” e la “Danza dei Geni delle stagioni”. CRIPTA RASPONI Piccola cappella gentilizia, della fine del XVIII sec., in realtà mai destinata ai defunti della famiglia Rasponi. La parte più significativa della cripta è costituita dal pavimento a mosaico, un assemblaggio di diversi frammenti disposti in maniera casuale. Il pavimento proviene da Classe, probabilmente dalla chiesa di San Severo (VI sec.) e presenta motivi ornamentali e figure di animali colti in atteggiamenti spontanei e vivacizzati dall’uso di smalti che ne esaltano la ricchezza cromatica. CRIPTA SAN FRANCESCO La cripta è decorata con mosaici pavimentali del V sec. e, trovandosi sotto il livello del mare, l'acqua la invade come fosse una piccola piscina dove nuotano anche diversi pesci. COSIDDETTO PALAZZO DI TEODERICO Resti del nartece della chiesa medievale di San Salvatore, costruita su un’ala del palazzo teodericiano. I numerosi mosaici esposti fanno parte sia del palazzo che delle strutture che cronologicamente lo hanno preceduto: si tratta di lacerti di mosaico e di tarsie marmoree pavimentali che vanno dal I al VII sec. e che costituiscono un eccezionale repertorio attraverso il quale si può seguire l’evoluzione del mosaico pavimentale antico. CHIESA DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA Costruita nel V sec. da Galla Placidia, la chiesa nel 1944 fu gravemente danneggiata dai bombardamenti aerei che causarono, oltre la perdita degli affreschi del XII-XIV sec., anche la distruzione dei mosaici dell'abside. Sulle pareti interne sono oggi esposti alcuni frammenti del bellissimo pavimento della basilica, risalenti al XIII sec., raffiguranti temi derivati dai romanzi cortesi dell'epoca, animali fantastici e personaggi della quarta crociata. Tra le raccolte eterogenee del museo sono esposti mosaici pavimentali del VI sec., provenienti dalla Basilica di San Severo a Classe e dalla chiesa scomparsa di San Michele in Africisco, un frammento musivo parietale con Testa d’angelo, probabilmente del VI sec. e alcuni lacerti musivi pavimentali di epoca medievale provenienti dalla chiesa di San Vitale.

Visite turistiche in provincia di Rimini

CASA DI PAPA CLEMENTE XIV (13) Dimora in cui nacque, nel 1705, Papa Clemente XIV. Al civico 38 dell’attuale Via Massani, il 31/10/1705 nacque Giovanni Vincenzo Antonio Ganganelli, al secolo Papa Clemente XIV; una lapide sul portone ne ricorda l’evento. Il pontificato durò dal 1769 al 1774. L’atto più noto per il quale viene ricordato fu la soppressione del potente Ordine dei Gesuiti. La morte, dopo soli cinque anni di pontificato, avvenne improvvisamente e secondo alcuni per avvelenamento, forse proprio per questa scelta. Un Papa colto, con un forte amore per l’arte; a lui si deve la fondazione dell’importante Museo Pio Clementino a Roma, fu il primo Pontefice a fare del Vaticano un centro fortemente attivo nella conservazione e valorizzazione delle opere d’arte dell’antichità. Interessato fortemente anche al teatro, tolse il divieto alle donne di recitare sulla scena.
Casa natale di Papa Clemente XIV
38 Via Pio Massani
CASA DI PAPA CLEMENTE XIV (13) Dimora in cui nacque, nel 1705, Papa Clemente XIV. Al civico 38 dell’attuale Via Massani, il 31/10/1705 nacque Giovanni Vincenzo Antonio Ganganelli, al secolo Papa Clemente XIV; una lapide sul portone ne ricorda l’evento. Il pontificato durò dal 1769 al 1774. L’atto più noto per il quale viene ricordato fu la soppressione del potente Ordine dei Gesuiti. La morte, dopo soli cinque anni di pontificato, avvenne improvvisamente e secondo alcuni per avvelenamento, forse proprio per questa scelta. Un Papa colto, con un forte amore per l’arte; a lui si deve la fondazione dell’importante Museo Pio Clementino a Roma, fu il primo Pontefice a fare del Vaticano un centro fortemente attivo nella conservazione e valorizzazione delle opere d’arte dell’antichità. Interessato fortemente anche al teatro, tolse il divieto alle donne di recitare sulla scena.
La Casa dei Mandorli a Pennabilli entra a far parte dell’associazione nazionale Case della Memoria. E’ la casa in cui il poeta e sceneggiatore Tonino Guerra ha vissuto gli ultimi 23 anni della sua vita e dove, per sua volontà, riposano le sue ceneri, incastonate in una roccia nel parco. La casa, aperta al pubblico, è al centro del museo diffuso ‘I luoghi dell’Anima’ nato dalla fervida mente di Guerra, che abbraccia il territorio di Pennabilli e della Valmarecchia. Una nuova realtà dell’Emilia-Romagna va così ad aggiungersi alle 18 case museo di grandi personaggi della regione che fanno parte della rete di 83 case museo italiane, associazione che ha sede a Prato. “Un continente, un bastimento, un luogo di memoria che permette viaggi e ricordi pur stando fermi”. Così Tonino Guerra, si ricorda, definiva la sua Casa dei Mandorli attorno alla quale aveva creato un vero e proprio museo a cielo aperto, fatto di installazioni che percorrono l’intero borgo di Pennabilli e la Valle del fiume Marecchia risvegliando l’interesse dei visitatori attraverso sottili invenzioni poetiche: dall’Orto dei frutti dimenticati, che raccoglie specie perdute di alberi da frutto appartenenti alla flora spontanea della campagna appenninica e installazioni artistiche, alla Strada delle meridiane, con le facciate dei palazzi del borgo impreziosite da 7 meridiane d’autore. Ancora: Il Giardino pietrificato a Bascio, dove alla base di una torre millenaria sono collocati sette tappeti di ceramica di Giovanni Urbinati, dedicati ad altrettanti storici personaggi, L’angelo coi baffi, unico museo con un quadro solo, di Luigi Poiaghi. E poi il Santuario dei Pensieri, nel guasto Malatestiano: sette enigmatiche sculture in pietra lì per essere “lette dall’anima”. Infine Il Rifugio delle Madonne abbandonate, collezione che raccoglie le immagini sacre che adornavano le cellette agli incroci delle strade di campagna e La Madonna del rettangolo della neve, nella frazione di Ca’ Romano: una piccola chiesa che offre riparo a una grande opera della ceramista Muki. «Tonino Guerra era il poeta dell’incanto e della meraviglia che ha saputo tratteggiare la sua terra, la sua Romagna, rendendola un luogo universale attraverso le sue parole e la sua arte. E attraverso lo splendido progetto diffuso che è “I luoghi dell’Anima”, dove il concetto di tutela della memoria e del passato ricorre spesso” – spiega il presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria Adriano Rigoli -. È per noi un piacere registrare l’ingresso nell’associazione della Casa dei Mandorli, proprio nell’anno in cui si celebrano i 100 anni dalla nascita di Tonino Guerra». Aggiunge il vicepresidente della stessa Associazione, Marco Capaccioli: «‘Nei piccoli mondi c’è tanta bellezza che sta morendo. Se noi la salviamo, salviamo noi stessi’, scriveva Guerra. Credo che in queste poche parole sia racchiusa tutta l’importanza di avere nella nostra rete la Casa dei Mandorli. Un luogo portatore di un messaggio fondamentale: tutelare quella bellezza autentica e universale che si ritrova anche nelle cose più piccole e nei luoghi meno conosciuti». «Tonino Guerra, ‘un guerriero’ che ha sempre creduto nel valore della natura, nella bellezza del creato e lo ha esaltato in ogni sua forma – aggiunge Paola Pescerelli Lagorio, presidente della Casa Museo Raffaele Bendandi e coordinatrice dell’Associazione Nazionale Case della Memoria per l’Emilia-Romagna -. Ritengo che avere nella rete dell’Emilia Romagna questa casa, arricchisca di “plus valore” tutte le altre». L’Associazione Nazionale Case della Memoria riunisce le case (oggi case-museo) dove vissero personaggi illustri in ogni campo del sapere, dell’arte, della letteratura, della scienza, della storia e si propone di far conoscere e valorizzare queste significative dimore storiche, con la consapevolezza che non è possibile leggere le opere immortali dei grandi scrittori, ammirare i dipinti e le sculture di artisti geniali, in definitiva conoscere la storia, senza “incontrare” i suoi protagonisti, il loro vissuto, il forte legame con il territorio.
Casa Di Tonino Guerra
Via Canavina
La Casa dei Mandorli a Pennabilli entra a far parte dell’associazione nazionale Case della Memoria. E’ la casa in cui il poeta e sceneggiatore Tonino Guerra ha vissuto gli ultimi 23 anni della sua vita e dove, per sua volontà, riposano le sue ceneri, incastonate in una roccia nel parco. La casa, aperta al pubblico, è al centro del museo diffuso ‘I luoghi dell’Anima’ nato dalla fervida mente di Guerra, che abbraccia il territorio di Pennabilli e della Valmarecchia. Una nuova realtà dell’Emilia-Romagna va così ad aggiungersi alle 18 case museo di grandi personaggi della regione che fanno parte della rete di 83 case museo italiane, associazione che ha sede a Prato. “Un continente, un bastimento, un luogo di memoria che permette viaggi e ricordi pur stando fermi”. Così Tonino Guerra, si ricorda, definiva la sua Casa dei Mandorli attorno alla quale aveva creato un vero e proprio museo a cielo aperto, fatto di installazioni che percorrono l’intero borgo di Pennabilli e la Valle del fiume Marecchia risvegliando l’interesse dei visitatori attraverso sottili invenzioni poetiche: dall’Orto dei frutti dimenticati, che raccoglie specie perdute di alberi da frutto appartenenti alla flora spontanea della campagna appenninica e installazioni artistiche, alla Strada delle meridiane, con le facciate dei palazzi del borgo impreziosite da 7 meridiane d’autore. Ancora: Il Giardino pietrificato a Bascio, dove alla base di una torre millenaria sono collocati sette tappeti di ceramica di Giovanni Urbinati, dedicati ad altrettanti storici personaggi, L’angelo coi baffi, unico museo con un quadro solo, di Luigi Poiaghi. E poi il Santuario dei Pensieri, nel guasto Malatestiano: sette enigmatiche sculture in pietra lì per essere “lette dall’anima”. Infine Il Rifugio delle Madonne abbandonate, collezione che raccoglie le immagini sacre che adornavano le cellette agli incroci delle strade di campagna e La Madonna del rettangolo della neve, nella frazione di Ca’ Romano: una piccola chiesa che offre riparo a una grande opera della ceramista Muki. «Tonino Guerra era il poeta dell’incanto e della meraviglia che ha saputo tratteggiare la sua terra, la sua Romagna, rendendola un luogo universale attraverso le sue parole e la sua arte. E attraverso lo splendido progetto diffuso che è “I luoghi dell’Anima”, dove il concetto di tutela della memoria e del passato ricorre spesso” – spiega il presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria Adriano Rigoli -. È per noi un piacere registrare l’ingresso nell’associazione della Casa dei Mandorli, proprio nell’anno in cui si celebrano i 100 anni dalla nascita di Tonino Guerra». Aggiunge il vicepresidente della stessa Associazione, Marco Capaccioli: «‘Nei piccoli mondi c’è tanta bellezza che sta morendo. Se noi la salviamo, salviamo noi stessi’, scriveva Guerra. Credo che in queste poche parole sia racchiusa tutta l’importanza di avere nella nostra rete la Casa dei Mandorli. Un luogo portatore di un messaggio fondamentale: tutelare quella bellezza autentica e universale che si ritrova anche nelle cose più piccole e nei luoghi meno conosciuti». «Tonino Guerra, ‘un guerriero’ che ha sempre creduto nel valore della natura, nella bellezza del creato e lo ha esaltato in ogni sua forma – aggiunge Paola Pescerelli Lagorio, presidente della Casa Museo Raffaele Bendandi e coordinatrice dell’Associazione Nazionale Case della Memoria per l’Emilia-Romagna -. Ritengo che avere nella rete dell’Emilia Romagna questa casa, arricchisca di “plus valore” tutte le altre». L’Associazione Nazionale Case della Memoria riunisce le case (oggi case-museo) dove vissero personaggi illustri in ogni campo del sapere, dell’arte, della letteratura, della scienza, della storia e si propone di far conoscere e valorizzare queste significative dimore storiche, con la consapevolezza che non è possibile leggere le opere immortali dei grandi scrittori, ammirare i dipinti e le sculture di artisti geniali, in definitiva conoscere la storia, senza “incontrare” i suoi protagonisti, il loro vissuto, il forte legame con il territorio.

Museo a cielo aperto

Il centro storico di Dozza, con la caratteristica forma a fuso, è posto sul crinale di una collina che domina la valle del Sellustra e digrada dolcemente verso la via Emilia. L’integrità dell’originale tessuto edilizio risalente al medioevo è rimasta salvaguardata, immune da interventi stridenti e la stretta simbiosi tra l’imponente rocca all’apice del paese e il sottostante insediamento residenziale, che segue il tracciato delle antiche mura, comunicano immediatamente l’armonia tra natura e intervento dell’uomo. Si accede al borgo da una porta ad arco del 1614, aperta nel Rivellino, opera di difesa tre-quattrocentesca a pianta rotonda e ora parzialmente interrata, insieme all’intero ponte levatoio. Ancora oggi il borgo è percorso da due strade parallele che dalla porta d’ingresso terminano nello spiazzo della Rocca. Il “Muro dipinto” Il centro del borgo è un vero e proprio museo a cielo aperto. Sono oltre 90 le opere realizzate da grandi artisti ad impreziosire le facciate e i muri delle case. Dal 1960 viene organizzata la Biennale del “Muro Dipinto”, un evento che anima il borgo nel mese di settembre. Queste opere rendono Dozza un paese unico nel suo genere. Rocca di Dozza La Rocca di Dozza è un complesso monumentale di origine medievale trasformato da Caterina Sforza in castello fortificato e adibito, in epoca rinascimentale, a residenza nobiliare. Al piano terra si trovano il cortile, le prigioni e la cucina storica arredata con gli antichi utensili. Il primo piano comprende gli appartamenti nobili, arredati con mobilio e dipinti. Importante la ritrattistica della quadreria storica della Rocca che permette un percorso fruibile attraverso piccoli pannelli descrittivi. Per arrivare al secondo piano, in cui gli spazi sono solitamente riservati alle mostre temporanee, si passa attraverso la loggia affrescata e recentemente restaurata. Il percorso continua sulle torri da cui si può ammirare il vasto panorama delle colline circostanti. Nella torre inoltre riposa Fyrstan il drago di Dozza, visibile tutto l’anno attraverso un sicuro cancello. Nei sotterranei della Rocca è presente l’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna. Enoteca Regionale dell'Emilia Romagna La più grande e qualificata vetrina dei vini della nostra Regione. L’Enoteca Regionale Emilia Romagna è ospitata all'interno della Rocca Sforzesca di Dozza, nelle splendide cantine perfettamente ristrutturate. Sono in degustazione e in vendita i vini DOC e DOCG della Regione. Rappresentati circa 200 associati, con oltre 600 etichette selezionate da una qualificata commissione di esperti. L’Enoteca Regionale Emilia Romagna è sorta nel 1970. L’iniziativa nacque dal Comune di Dozza, dalla Pro Loco e da alcuni produttori locali, con il concorso degli Enti pubblici della Provincia di Bologna interessati al settore vitivinicolo. Nel 1978, la Regione, con apposita legge, definiva l’Enoteca lo strumento più idoneo per promuovere il vino regionale sia in Italia che all'estero. Inaugurata nel maggio del 1990 la nuova sede si sviluppa su circa 1000 mq. ed occupa completamente gli antichi sotterranei e parte del piano terra della Rocca. Qui sono ubicati gli uffici e le sale di rappresentanza. Le cantine della Rocca ospitano invece la sala mostra, con possibilità di degustazioni ed acquisto. È poi stata ricavata un’area “a cave”, con una saletta dedicata ai vini bianchi ed una per i vini rossi ed è possibile effettuare degustazioni. Una postazione cannoniera della Rocca, sempre collegata alla sala mostra è stata adibita alla conservazione dei vini da invecchiamento. La “conserva” della Rocca è stata trasformata in cella climatizzata dove si tengono i vini da sottoporre agli esami chimico organolettici.
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Dozza
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Il centro storico di Dozza, con la caratteristica forma a fuso, è posto sul crinale di una collina che domina la valle del Sellustra e digrada dolcemente verso la via Emilia. L’integrità dell’originale tessuto edilizio risalente al medioevo è rimasta salvaguardata, immune da interventi stridenti e la stretta simbiosi tra l’imponente rocca all’apice del paese e il sottostante insediamento residenziale, che segue il tracciato delle antiche mura, comunicano immediatamente l’armonia tra natura e intervento dell’uomo. Si accede al borgo da una porta ad arco del 1614, aperta nel Rivellino, opera di difesa tre-quattrocentesca a pianta rotonda e ora parzialmente interrata, insieme all’intero ponte levatoio. Ancora oggi il borgo è percorso da due strade parallele che dalla porta d’ingresso terminano nello spiazzo della Rocca. Il “Muro dipinto” Il centro del borgo è un vero e proprio museo a cielo aperto. Sono oltre 90 le opere realizzate da grandi artisti ad impreziosire le facciate e i muri delle case. Dal 1960 viene organizzata la Biennale del “Muro Dipinto”, un evento che anima il borgo nel mese di settembre. Queste opere rendono Dozza un paese unico nel suo genere. Rocca di Dozza La Rocca di Dozza è un complesso monumentale di origine medievale trasformato da Caterina Sforza in castello fortificato e adibito, in epoca rinascimentale, a residenza nobiliare. Al piano terra si trovano il cortile, le prigioni e la cucina storica arredata con gli antichi utensili. Il primo piano comprende gli appartamenti nobili, arredati con mobilio e dipinti. Importante la ritrattistica della quadreria storica della Rocca che permette un percorso fruibile attraverso piccoli pannelli descrittivi. Per arrivare al secondo piano, in cui gli spazi sono solitamente riservati alle mostre temporanee, si passa attraverso la loggia affrescata e recentemente restaurata. Il percorso continua sulle torri da cui si può ammirare il vasto panorama delle colline circostanti. Nella torre inoltre riposa Fyrstan il drago di Dozza, visibile tutto l’anno attraverso un sicuro cancello. Nei sotterranei della Rocca è presente l’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna. Enoteca Regionale dell'Emilia Romagna La più grande e qualificata vetrina dei vini della nostra Regione. L’Enoteca Regionale Emilia Romagna è ospitata all'interno della Rocca Sforzesca di Dozza, nelle splendide cantine perfettamente ristrutturate. Sono in degustazione e in vendita i vini DOC e DOCG della Regione. Rappresentati circa 200 associati, con oltre 600 etichette selezionate da una qualificata commissione di esperti. L’Enoteca Regionale Emilia Romagna è sorta nel 1970. L’iniziativa nacque dal Comune di Dozza, dalla Pro Loco e da alcuni produttori locali, con il concorso degli Enti pubblici della Provincia di Bologna interessati al settore vitivinicolo. Nel 1978, la Regione, con apposita legge, definiva l’Enoteca lo strumento più idoneo per promuovere il vino regionale sia in Italia che all'estero. Inaugurata nel maggio del 1990 la nuova sede si sviluppa su circa 1000 mq. ed occupa completamente gli antichi sotterranei e parte del piano terra della Rocca. Qui sono ubicati gli uffici e le sale di rappresentanza. Le cantine della Rocca ospitano invece la sala mostra, con possibilità di degustazioni ed acquisto. È poi stata ricavata un’area “a cave”, con una saletta dedicata ai vini bianchi ed una per i vini rossi ed è possibile effettuare degustazioni. Una postazione cannoniera della Rocca, sempre collegata alla sala mostra è stata adibita alla conservazione dei vini da invecchiamento. La “conserva” della Rocca è stata trasformata in cella climatizzata dove si tengono i vini da sottoporre agli esami chimico organolettici.

Presepi

I Presepi di Bellaria e Igea Marina A Bellaria-Igea Marina tornano anche quest’anno i famosi Presepi, che sono tra i più grandi nel loro genere, non solo in Emilia Romagna, ma in Italia. Tutti allestiti all’aperto, sono dislocati nelle due cittadine della Riviera Romagnola e sono tutti assolutamente da vedere. Noi ci siamo stati la settimana scorsa, approfittando di un’assolata pausa pranzo e li abbiamo ammirati in tutta tranquillità. Mentre passeggi nel viale principale di Bellaria, nei pressi della Biblioteca, noti subito una grande struttura: all’interno c’è il bellissimo Presepe di ghiaccio. Purtroppo durante la nostra visita il sole non c’è stato d’aiuto perché rifletteva sul tendone e le foto non rendono al meglio, ma è davvero incredibile! E al buio deve essere ancora meglio. Muovendosi verso Igea (noi siamo andati in auto), sul Porto Canale lato Igea, c’è il Presepe Marinaro dove la Natività è ambientata appunto al porto, circondata da pescatori e signore che vanno a fare la spesa, reti e barchette. Spostandosi sul Viale Ennio di Igea ci si imbatte in un’altra grande struttura che ospita il maestoso Presepe di sabbia. Per realizzarlo sono servite centoventi tonnellate di sabbia e uno staff di 10 persone tra cui gli scultori Michela Ciappini, Gianni Schiumarini, Andrea Gaspari, Susanne Paucker, Franco Daga. Un’opera assolutamente da non perdere (noi non siamo ancora riusciti a vederla dal vivo ma torneremo presto!). Dove e quando vedere i Presepi di Bellaria e Igea Marina I Presepi si possono ammirare dal 6 dicembre al 10 gennaio. Il Presepe di ghiaccio è in Piazzetta Fellini, Isola dei Platani (davanti alla Biblioteca Comunale) a Bellaria, quello marinaro è in Via Pinzon sul Portocanale di Bellaria Igea Marina, mentre il Presepe di sabbia è in Viale Ennio a Igea Marina.
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Bellaria - Igea Marina
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I Presepi di Bellaria e Igea Marina A Bellaria-Igea Marina tornano anche quest’anno i famosi Presepi, che sono tra i più grandi nel loro genere, non solo in Emilia Romagna, ma in Italia. Tutti allestiti all’aperto, sono dislocati nelle due cittadine della Riviera Romagnola e sono tutti assolutamente da vedere. Noi ci siamo stati la settimana scorsa, approfittando di un’assolata pausa pranzo e li abbiamo ammirati in tutta tranquillità. Mentre passeggi nel viale principale di Bellaria, nei pressi della Biblioteca, noti subito una grande struttura: all’interno c’è il bellissimo Presepe di ghiaccio. Purtroppo durante la nostra visita il sole non c’è stato d’aiuto perché rifletteva sul tendone e le foto non rendono al meglio, ma è davvero incredibile! E al buio deve essere ancora meglio. Muovendosi verso Igea (noi siamo andati in auto), sul Porto Canale lato Igea, c’è il Presepe Marinaro dove la Natività è ambientata appunto al porto, circondata da pescatori e signore che vanno a fare la spesa, reti e barchette. Spostandosi sul Viale Ennio di Igea ci si imbatte in un’altra grande struttura che ospita il maestoso Presepe di sabbia. Per realizzarlo sono servite centoventi tonnellate di sabbia e uno staff di 10 persone tra cui gli scultori Michela Ciappini, Gianni Schiumarini, Andrea Gaspari, Susanne Paucker, Franco Daga. Un’opera assolutamente da non perdere (noi non siamo ancora riusciti a vederla dal vivo ma torneremo presto!). Dove e quando vedere i Presepi di Bellaria e Igea Marina I Presepi si possono ammirare dal 6 dicembre al 10 gennaio. Il Presepe di ghiaccio è in Piazzetta Fellini, Isola dei Platani (davanti alla Biblioteca Comunale) a Bellaria, quello marinaro è in Via Pinzon sul Portocanale di Bellaria Igea Marina, mentre il Presepe di sabbia è in Viale Ennio a Igea Marina.
Presepi e mercatini a Ravenna Per Cervia Emozioni di Natale tanti presepi tradizionali e di sale al MUSA mentre a Milano Marittima vi aspetta il presepe artistico a grandezza naturale con animazione multisensoriale. A Faenza invece due opportunità: il presepe meccanico di San Francesco e il Presepe tradizionale nella Cripta del X sec. della Pieve Corleto. Sulle colline ravennati si può scegliere tra il Presepe meccanico nell’Abbazia di Valsenio e quello Monumentale realizzato in muratura allestito all’aperto a Casola Val Senio, il presepe meccanico con materiali di recupero a Borgo Rivola, frazione di Riolo Terme, in miniatura e con scene in movimento o la Capanna del Bambinello, esposizione di Natività handmade con materiali naturali o di recupero presso l’Ecomuseo delle Erbe palustri di Villanova di Bagnacavallo. Tante le proposte nel ravennate per trovare il regalo giusto: a Ravenna si va ai Capanni del Natale mentre il 14 dicembre l’appuntamento è a Riolo Terme e il 15 dicembre è tempo dell’Antica Fiera di Santa Lucia a Casola Valsenio e Brisighella Luce di Natale.
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Casola Valsenio
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Presepi e mercatini a Ravenna Per Cervia Emozioni di Natale tanti presepi tradizionali e di sale al MUSA mentre a Milano Marittima vi aspetta il presepe artistico a grandezza naturale con animazione multisensoriale. A Faenza invece due opportunità: il presepe meccanico di San Francesco e il Presepe tradizionale nella Cripta del X sec. della Pieve Corleto. Sulle colline ravennati si può scegliere tra il Presepe meccanico nell’Abbazia di Valsenio e quello Monumentale realizzato in muratura allestito all’aperto a Casola Val Senio, il presepe meccanico con materiali di recupero a Borgo Rivola, frazione di Riolo Terme, in miniatura e con scene in movimento o la Capanna del Bambinello, esposizione di Natività handmade con materiali naturali o di recupero presso l’Ecomuseo delle Erbe palustri di Villanova di Bagnacavallo. Tante le proposte nel ravennate per trovare il regalo giusto: a Ravenna si va ai Capanni del Natale mentre il 14 dicembre l’appuntamento è a Riolo Terme e il 15 dicembre è tempo dell’Antica Fiera di Santa Lucia a Casola Valsenio e Brisighella Luce di Natale.
Faenza Anche il piazzale davanti alla chiesa di Castel Raniero a Faenza ospita un inedito presepe realizzato all’interno del cassone di un vecchio furgoncino Fiat. In un periodo in cui per le persone è complicato spostarsi si è pensato ad un presepe trasportabile che andasse incontro alla gente. Fino al 6 gennaio il furgoncino con il suo piccolo presepe animato sarà parcheggiato nel piazzale per essere ammirato dai passanti in tutta sicurezza. La Natività, animata da luci suoni e movimenti, si potrà scorgere attraverso i vetri di una finestra.
Castel Raniero
Faenza Anche il piazzale davanti alla chiesa di Castel Raniero a Faenza ospita un inedito presepe realizzato all’interno del cassone di un vecchio furgoncino Fiat. In un periodo in cui per le persone è complicato spostarsi si è pensato ad un presepe trasportabile che andasse incontro alla gente. Fino al 6 gennaio il furgoncino con il suo piccolo presepe animato sarà parcheggiato nel piazzale per essere ammirato dai passanti in tutta sicurezza. La Natività, animata da luci suoni e movimenti, si potrà scorgere attraverso i vetri di una finestra.
Natale in Romagna vuol dire anche poter vedere il presepe immerso in un acquario con le classiche statuette, realizzate da maestri artigiani in vetro oppure in legno, collocate nelle vasche dei pesci. Si, avete capito bene: cercate i pastorelli e i Re Magi tra le meduse e in mezzo agli squali. Dove? All’Acquario di Cattolica, aperto ogni domenica di dicembre e poi dal 26 dicembre al 6 gennaio (9:30/18:30 – Info 0541.8371). E, già che ci sono, vi lascio una tip è: se ci andate con dei bambini, portatevi una pallina di Natale da consegnare alle casse così, loro, entrano gratis (quando mio figlio era un bimbo era uno dei suoi posti preferiti).
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Cattolica
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Natale in Romagna vuol dire anche poter vedere il presepe immerso in un acquario con le classiche statuette, realizzate da maestri artigiani in vetro oppure in legno, collocate nelle vasche dei pesci. Si, avete capito bene: cercate i pastorelli e i Re Magi tra le meduse e in mezzo agli squali. Dove? All’Acquario di Cattolica, aperto ogni domenica di dicembre e poi dal 26 dicembre al 6 gennaio (9:30/18:30 – Info 0541.8371). E, già che ci sono, vi lascio una tip è: se ci andate con dei bambini, portatevi una pallina di Natale da consegnare alle casse così, loro, entrano gratis (quando mio figlio era un bimbo era uno dei suoi posti preferiti).
A Cervia invece, oltre al Presepe tradizionale in Piazza Garibaldi, vicino al grande albero, c’è il Presepe di sale. Allestito su una vecchia barchetta tipica dei salinari, rappresenta la Natività ad altezza naturale. Le figure sono realizzate in vetroresina e ricoperte di Sale di Cervia. Di notte sono illuminate. Dove e quando vedere il Presepe di Cervia Il Presepe di sale è allestito sul Porto Canale, di fronte ai Magazzini del Sale.
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Cervia
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A Cervia invece, oltre al Presepe tradizionale in Piazza Garibaldi, vicino al grande albero, c’è il Presepe di sale. Allestito su una vecchia barchetta tipica dei salinari, rappresenta la Natività ad altezza naturale. Le figure sono realizzate in vetroresina e ricoperte di Sale di Cervia. Di notte sono illuminate. Dove e quando vedere il Presepe di Cervia Il Presepe di sale è allestito sul Porto Canale, di fronte ai Magazzini del Sale.
Il presepe sull’acqua al Porto Canale di Cesenatico Se penso ai Presepi in Emilia Romagna, il primo che mi viene in mente è sicuramente il più scenografico: quello sul Porto Canale di Cesenatico. Si tratta di un vero e proprio Presepe sull’acqua che ogni anno viene allestito sulle barche del Museo della Marineria di Cesenatico ed è l’unico Presepe al mondo galleggiante. Il Presepe sull’acqua è stato progettato, a partire dal 1986 da una serie di artisti e tra le prime statue c’è anche quella di San Giacomo, patrono di Cesenatico, a cui ogni volta ne vengono aggiunte di nuove. Tra le altre, ci sono anche personaggi della vita locale, come la piadinaia, i pescatori e il burattinaio. Dove e quando vedere il Presepe di Cesenatico Il Presepe della Marineria si può ammirare sul Porto Canale di Cesenatico dal 6 dicembre al 10 gennaio. Di sera è ancora più suggestivo perché le luci creano un effetto magico con il riflesso dell’acqua.
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Cesenatico
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Il presepe sull’acqua al Porto Canale di Cesenatico Se penso ai Presepi in Emilia Romagna, il primo che mi viene in mente è sicuramente il più scenografico: quello sul Porto Canale di Cesenatico. Si tratta di un vero e proprio Presepe sull’acqua che ogni anno viene allestito sulle barche del Museo della Marineria di Cesenatico ed è l’unico Presepe al mondo galleggiante. Il Presepe sull’acqua è stato progettato, a partire dal 1986 da una serie di artisti e tra le prime statue c’è anche quella di San Giacomo, patrono di Cesenatico, a cui ogni volta ne vengono aggiunte di nuove. Tra le altre, ci sono anche personaggi della vita locale, come la piadinaia, i pescatori e il burattinaio. Dove e quando vedere il Presepe di Cesenatico Il Presepe della Marineria si può ammirare sul Porto Canale di Cesenatico dal 6 dicembre al 10 gennaio. Di sera è ancora più suggestivo perché le luci creano un effetto magico con il riflesso dell’acqua.
Cassanigo “Ci sarà sempre un Natale” è il tema che ispira il Presepe di Cassanigo (tra Solarolo e Cotignola). Solitamente ospitata all’interno della chiesa, quest’anno la rappresentazione della Natività sarà allestita all’aperto. Il presepe, realizzato a misura di bambino, sarà inaugurato il 24 dicembre durante la messa della vigilia. A seguire, dal 25 dicembre, sarà aperto tutti i giorni.
Cotignola
Cassanigo “Ci sarà sempre un Natale” è il tema che ispira il Presepe di Cassanigo (tra Solarolo e Cotignola). Solitamente ospitata all’interno della chiesa, quest’anno la rappresentazione della Natività sarà allestita all’aperto. Il presepe, realizzato a misura di bambino, sarà inaugurato il 24 dicembre durante la messa della vigilia. A seguire, dal 25 dicembre, sarà aperto tutti i giorni.
Longiano dei Presepi Longiano dei Presepi è una vera e propria istituzione, tanto che è arrivata quest’anno alla trentesima edizione. Nonostante i tempi difficili infatti, la manifestazione che durante ogni Natale anima tutto il bellissimo paese di Longiano, torna ancora una volta. Rispetto agli anni passati, i Presepi sono esposti esclusivamente all’aperto e visitabili a ogni ora in totale sicurezza. Nelle piazze, nelle strade, ma anche in giardini e in angoli suggestivi del centro storico medioevale, reso ancora più incantevole dalle luminarie. Come ogni anno, partecipano alla manifestazione anche i cittadini e le associazioni del territorio, fornendo ognuno il proprio contributo. Tra gli altri, sono esposti anche due Presepi in vetro artistico realizzati Massimo Elli. Dove e quando vedere i Presepi di Longiano I Presepi di Longiano si possono visitare dall’8 dicembre al 10 gennaio e sono dislocati in tutta la cittadina.
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Longiano
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Longiano dei Presepi Longiano dei Presepi è una vera e propria istituzione, tanto che è arrivata quest’anno alla trentesima edizione. Nonostante i tempi difficili infatti, la manifestazione che durante ogni Natale anima tutto il bellissimo paese di Longiano, torna ancora una volta. Rispetto agli anni passati, i Presepi sono esposti esclusivamente all’aperto e visitabili a ogni ora in totale sicurezza. Nelle piazze, nelle strade, ma anche in giardini e in angoli suggestivi del centro storico medioevale, reso ancora più incantevole dalle luminarie. Come ogni anno, partecipano alla manifestazione anche i cittadini e le associazioni del territorio, fornendo ognuno il proprio contributo. Tra gli altri, sono esposti anche due Presepi in vetro artistico realizzati Massimo Elli. Dove e quando vedere i Presepi di Longiano I Presepi di Longiano si possono visitare dall’8 dicembre al 10 gennaio e sono dislocati in tutta la cittadina.
Il Presepe artistico di Milano Marittima e quello di Cervia A Milano Marittima è stato creato un vero e proprio paese natalizio fatto di luci e atmosfera magica, il MiMa Wonderland. Oltre alle renne giganti, fiori e luci di ogni genere, c’è anche un bel Presepe artistico. Sulla facciata della chiesa Stella Maris, viene proiettato il Natale, tra immagini, luci e musica, ispirati all’opera di Giotto e dei suoi contemporanei. Dove e quando vedere il Presepe di Milano Marittima La Chiesa Stella Maris si trova in Via III Traversa, 2, 48015 Milano Marittima RA.
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Milano Marittima
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Il Presepe artistico di Milano Marittima e quello di Cervia A Milano Marittima è stato creato un vero e proprio paese natalizio fatto di luci e atmosfera magica, il MiMa Wonderland. Oltre alle renne giganti, fiori e luci di ogni genere, c’è anche un bel Presepe artistico. Sulla facciata della chiesa Stella Maris, viene proiettato il Natale, tra immagini, luci e musica, ispirati all’opera di Giotto e dei suoi contemporanei. Dove e quando vedere il Presepe di Milano Marittima La Chiesa Stella Maris si trova in Via III Traversa, 2, 48015 Milano Marittima RA.
Portico, il Paese dei Presepi Portico di Romagna in questo periodo, da più di vent’anni, diventa il Paese dei Presepi. Sparsi per le vie del borgo, in questa edizione esclusivamente all’aperto, ne puoi trovare di tutti i tipi. Dai più antichi ai più moderni, in legno, di pane, di ferro. Sulla pagina Facebook si legge che la manifestazione è fortemente voluta e da tutti gli abitanti del paese, che insieme creano “un piccolo miracolo di Natale”. Quest’anno in edizione ridotta ma comunque sentita e attesa da tutti. Dove e quando vedere Portico il Paese dei Presepi Puoi vedere tutti i Presepi allestiti nel borgo dall’8 dicembre al 13 gennaio, sparsi per le vie.
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Portico di Romagna
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Portico, il Paese dei Presepi Portico di Romagna in questo periodo, da più di vent’anni, diventa il Paese dei Presepi. Sparsi per le vie del borgo, in questa edizione esclusivamente all’aperto, ne puoi trovare di tutti i tipi. Dai più antichi ai più moderni, in legno, di pane, di ferro. Sulla pagina Facebook si legge che la manifestazione è fortemente voluta e da tutti gli abitanti del paese, che insieme creano “un piccolo miracolo di Natale”. Quest’anno in edizione ridotta ma comunque sentita e attesa da tutti. Dove e quando vedere Portico il Paese dei Presepi Puoi vedere tutti i Presepi allestiti nel borgo dall’8 dicembre al 13 gennaio, sparsi per le vie.
Presepe di pane nel Mulino Sapignoli - Poggio Torriana (RN) Tra le rappresentazioni della Natività più particolari sul territorio, questo presepe è realizzato dai piccoli studenti delle scuole elementari del comune riminese. Giunto alla sesta edizione, il tema scelto quest’anno è quello della nascita di Gesù come àncora di salvezza nella quotidianità. Con l’inaugurazione accompagnata dalla proiezione de “Il piccolo principe” e dalla fiaccolata sulle note degli zampognari, sarà gratuitamente visitabile dall’8 dicembre al 28 gennaio 2018 presso il Museo Mulino Sapignoli sito nella località di Poggio Berni
Museo Mulino Sapignoli
4641 Via Santarcangiolese
Presepe di pane nel Mulino Sapignoli - Poggio Torriana (RN) Tra le rappresentazioni della Natività più particolari sul territorio, questo presepe è realizzato dai piccoli studenti delle scuole elementari del comune riminese. Giunto alla sesta edizione, il tema scelto quest’anno è quello della nascita di Gesù come àncora di salvezza nella quotidianità. Con l’inaugurazione accompagnata dalla proiezione de “Il piccolo principe” e dalla fiaccolata sulle note degli zampognari, sarà gratuitamente visitabile dall’8 dicembre al 28 gennaio 2018 presso il Museo Mulino Sapignoli sito nella località di Poggio Berni
Presepi e mercatini a Forlì-Cesena Tanti i presepi da visitare nel forlivese: dal galleggiante Presepe della Marineria sul porto Canale di Cesenatico alla magia e l’incanto di Longiano dei Presepi, dal grandioso Presepe meccanico nella Galleria Ex Pescheria e in Duomo, tappa iniziale del percorso dei presepi a Cesena. Mentre Portico di Romagna diventa il Paese dei presepi con ogni angolo del borgo allestito con le più differenti natività. A Gatteo Mare puoi anche decidere di scoprire il Presepe in Romagna allestito in tipici scenari romagnoli anche marinari. E poi a Castrocaro Terme la rassegna dei Presepi e a Predappio per il presepe meccanico nella Grotta della Solfatara. Nel forlivese per la ricerca di strenne suggeriamo i Mercatini di Natale di Cesena (9/16/23 dicembre), di Longiano (22 dicembre), i Mercatini di Natale di Cesenatico (8/15 /21/22/23/24/25/26/29 31 dicembre e 1/4/5/6 e 12 gennaio), il Mercatino di Natale di Bagno di Romagna (8 dicembre/5 gennaio) e di Verghereto (21-22 dicembre) e Al Bancheti ad Nadel (8 dicembre) di Castrocaro Terme e Terra del Sole .
Predappio Alta
Presepi e mercatini a Forlì-Cesena Tanti i presepi da visitare nel forlivese: dal galleggiante Presepe della Marineria sul porto Canale di Cesenatico alla magia e l’incanto di Longiano dei Presepi, dal grandioso Presepe meccanico nella Galleria Ex Pescheria e in Duomo, tappa iniziale del percorso dei presepi a Cesena. Mentre Portico di Romagna diventa il Paese dei presepi con ogni angolo del borgo allestito con le più differenti natività. A Gatteo Mare puoi anche decidere di scoprire il Presepe in Romagna allestito in tipici scenari romagnoli anche marinari. E poi a Castrocaro Terme la rassegna dei Presepi e a Predappio per il presepe meccanico nella Grotta della Solfatara. Nel forlivese per la ricerca di strenne suggeriamo i Mercatini di Natale di Cesena (9/16/23 dicembre), di Longiano (22 dicembre), i Mercatini di Natale di Cesenatico (8/15 /21/22/23/24/25/26/29 31 dicembre e 1/4/5/6 e 12 gennaio), il Mercatino di Natale di Bagno di Romagna (8 dicembre/5 gennaio) e di Verghereto (21-22 dicembre) e Al Bancheti ad Nadel (8 dicembre) di Castrocaro Terme e Terra del Sole .
In Romagna ci sono anche i presepi dal mondo a Rimini Tra i Presepi della Romagna che tornano ogni anno, è arrivatp alla sua XVII edizione, quest’anno Presepi dal mondo. Quest’anno però la manifestazione diventa itinerante, trasferendosi nelle vetrine dei negozi. In questo modo è facilmente fruibile a tutti, evitando assembramenti in luoghi chiusi. I Presepi dal mondo sono esposti principalmente nei negozi di Via Garibaldi, via Bonsi, Via Cairoli, da Lazzaro Caritas, presso la Casa Laudato sii in via Isotta, nei negozi del Pacha Mama, all’Arco d’Augusto. Da non perdere quello in Duomo fatto dai giovani universitari italiani e stranieri.
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Rimini
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In Romagna ci sono anche i presepi dal mondo a Rimini Tra i Presepi della Romagna che tornano ogni anno, è arrivatp alla sua XVII edizione, quest’anno Presepi dal mondo. Quest’anno però la manifestazione diventa itinerante, trasferendosi nelle vetrine dei negozi. In questo modo è facilmente fruibile a tutti, evitando assembramenti in luoghi chiusi. I Presepi dal mondo sono esposti principalmente nei negozi di Via Garibaldi, via Bonsi, Via Cairoli, da Lazzaro Caritas, presso la Casa Laudato sii in via Isotta, nei negozi del Pacha Mama, all’Arco d’Augusto. Da non perdere quello in Duomo fatto dai giovani universitari italiani e stranieri.
Presepi e mercatini a Rimini In città l’appuntamento è lungo il litorale con i Presepi di sabbia. Sulle colline invece da non perdere il grande Presepe sulla rupe di Pennabilli e andare a spasso tra i Presepi a Misano Adriatico. Per andare alla ricerca del regalo perfetto non può mancare una visita al Paese del Natale di Sant’Agata Feltria (1/8/15 dicembre) e al Mercatino delle Strenne di Coriano (1 dicembre).
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Rimini
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Presepi e mercatini a Rimini In città l’appuntamento è lungo il litorale con i Presepi di sabbia. Sulle colline invece da non perdere il grande Presepe sulla rupe di Pennabilli e andare a spasso tra i Presepi a Misano Adriatico. Per andare alla ricerca del regalo perfetto non può mancare una visita al Paese del Natale di Sant’Agata Feltria (1/8/15 dicembre) e al Mercatino delle Strenne di Coriano (1 dicembre).
Il Presepe di San Marino Anche se fuori dalla nazione, includiamo San Marino nel nostro tour virtuale fra i Presepi dell’Emilia Romagna. Dal titolo “Il Natale delle meraviglie”, il centro storico si è vestito completamente a festa con tantissime luminarie, proiezioni e attrazioni per vivere un Natale davvero magico. Il Presepe artigianale si trova in Piazzale Domus Plebis ed è realizzato plexiglass e animato da un bellissimo gioco di luci, allestito su una pedana circolare è davvero unico nel suo genere. Dove e quando vedere il Presepe di San Marino Dal 5 dicembre al 6 gennaio nel centro storico di San Marino.
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San Marino
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Il Presepe di San Marino Anche se fuori dalla nazione, includiamo San Marino nel nostro tour virtuale fra i Presepi dell’Emilia Romagna. Dal titolo “Il Natale delle meraviglie”, il centro storico si è vestito completamente a festa con tantissime luminarie, proiezioni e attrazioni per vivere un Natale davvero magico. Il Presepe artigianale si trova in Piazzale Domus Plebis ed è realizzato plexiglass e animato da un bellissimo gioco di luci, allestito su una pedana circolare è davvero unico nel suo genere. Dove e quando vedere il Presepe di San Marino Dal 5 dicembre al 6 gennaio nel centro storico di San Marino.
Santarcangelo Mentre a Santarcangelo, oltre alla Natività collocata sotto l’Arco Ganganelli, si può ammirare il presepe animato dedicato a Giuliana Rocchi poetessa delle contrade, che ricostruisce la suggestiva cornice di piazza Monache (visitabile fino a dopo l’Epifania nella sala espositiva di via Dante di Nanni 14). Piazza Monache, il convento, Porta Cervese, la stamperia Marchi, gli artisti che hanno segnato la cultura di Santarcangelo, come Tonino Guerra, Nino Pedretti, Raffaello Baldini: le tradizioni della città e il cantastorie sono i personaggi e le scenografie del nuovo presepe.
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Santarcangelo di Romagna
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Santarcangelo Mentre a Santarcangelo, oltre alla Natività collocata sotto l’Arco Ganganelli, si può ammirare il presepe animato dedicato a Giuliana Rocchi poetessa delle contrade, che ricostruisce la suggestiva cornice di piazza Monache (visitabile fino a dopo l’Epifania nella sala espositiva di via Dante di Nanni 14). Piazza Monache, il convento, Porta Cervese, la stamperia Marchi, gli artisti che hanno segnato la cultura di Santarcangelo, come Tonino Guerra, Nino Pedretti, Raffaello Baldini: le tradizioni della città e il cantastorie sono i personaggi e le scenografie del nuovo presepe.

Presepi viventi

Presepe vivente in costume - Montescudo - Montecolombo (RN) Nel centro storico della municipalità di Montescudo la rappresentazione sarà invece performativa, con oltre cento comparse che vestiranno i panni dei contemporanei di Cristo e di Erode. Guidati dalle sonorità natalizie delle zampogne, sabato 16 dicembre alle ore 20.30 i partecipanti faranno rivivere i vecchi mestieri, come il fabbro e la lavandaia, il falegname e il pastore
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Montescudo
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Presepe vivente in costume - Montescudo - Montecolombo (RN) Nel centro storico della municipalità di Montescudo la rappresentazione sarà invece performativa, con oltre cento comparse che vestiranno i panni dei contemporanei di Cristo e di Erode. Guidati dalle sonorità natalizie delle zampogne, sabato 16 dicembre alle ore 20.30 i partecipanti faranno rivivere i vecchi mestieri, come il fabbro e la lavandaia, il falegname e il pastore
Mercoledì 26 dicembre, dalle 16, il centro storico di Brisighella sarà animato da un centinaio di figuranti che metteranno in scena il “Presepe Vivente”, appuntamento molto sentito dalla comunità locale e non solo. Il borgo sarà debitamente allestito con quadri adibiti a ripercorrere i momenti antecedenti la nascita di Gesù. In piazzetta porta Gabalo, la scena dell’annunciazione, poi a metà di piazza Marconi la visita di Maria a Elisabetta e, all’inizio di via Naldi, il sogno di Giuseppe. Le tre scene sono arricchite da frammenti di vita quotidiana, con pastori, mercanti e artigiani. I pastori della montagna bivaccano in piazza Marconi mentre, a metà di via Porta Fiorentina, ai lati della fontana vecchia, sarà l’allestita l’oasi dei pastori del deserto. Giuseppe e Maria, che quest’anno sono interpretati da Gionata Venzi e Claudia Buzzegoli partono, accompagnati da piccoli angioletti, alla ricerca di un alloggio lungo le strade del borgo, per poi giungere alle 17 all’anfiteatro di via Spada, piccola cornice che riporta all’origini del presepe vivente a Brisighella, dove il racconto metterà in scena la Natività con la piccola Anita Venzi nei panni di Gesù Bambino. L’evento si concluderà con la visita dei pastori alla capanna e l’adorazione dei tre Re Magi aspettando il finale con le evoluzioni ai tessuti aerei di Nadia Gentilini. Il Presepe Vivente di Brisighella, oltre che una grande suggestione per tutti gli spettatori, vuole essere ogni anno un momento di festa dove tutta la comunità si riunisce come una grande famiglia. Per maggiori info www.brisighella.org 0546/81166
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Brisighella
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Mercoledì 26 dicembre, dalle 16, il centro storico di Brisighella sarà animato da un centinaio di figuranti che metteranno in scena il “Presepe Vivente”, appuntamento molto sentito dalla comunità locale e non solo. Il borgo sarà debitamente allestito con quadri adibiti a ripercorrere i momenti antecedenti la nascita di Gesù. In piazzetta porta Gabalo, la scena dell’annunciazione, poi a metà di piazza Marconi la visita di Maria a Elisabetta e, all’inizio di via Naldi, il sogno di Giuseppe. Le tre scene sono arricchite da frammenti di vita quotidiana, con pastori, mercanti e artigiani. I pastori della montagna bivaccano in piazza Marconi mentre, a metà di via Porta Fiorentina, ai lati della fontana vecchia, sarà l’allestita l’oasi dei pastori del deserto. Giuseppe e Maria, che quest’anno sono interpretati da Gionata Venzi e Claudia Buzzegoli partono, accompagnati da piccoli angioletti, alla ricerca di un alloggio lungo le strade del borgo, per poi giungere alle 17 all’anfiteatro di via Spada, piccola cornice che riporta all’origini del presepe vivente a Brisighella, dove il racconto metterà in scena la Natività con la piccola Anita Venzi nei panni di Gesù Bambino. L’evento si concluderà con la visita dei pastori alla capanna e l’adorazione dei tre Re Magi aspettando il finale con le evoluzioni ai tessuti aerei di Nadia Gentilini. Il Presepe Vivente di Brisighella, oltre che una grande suggestione per tutti gli spettatori, vuole essere ogni anno un momento di festa dove tutta la comunità si riunisce come una grande famiglia. Per maggiori info www.brisighella.org 0546/81166
Conselice - Presepe Vivente
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Conselice
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Conselice - Presepe Vivente
S. Apollinare in Classe Ravenna (RA) Presepe Vivente
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Basilica di Sant'Apollinare in Classe
224 Via Romea Sud
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S. Apollinare in Classe Ravenna (RA) Presepe Vivente
Montefiore Conca Presepe Vivente Indirizzo le vie del castello Montefiore Conca (RN)
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Montefiore Conca
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Montefiore Conca Presepe Vivente Indirizzo le vie del castello Montefiore Conca (RN)
Miramare di Rimini

Mercatini di Natale

Nella splendida cornice del Porto Canale progettato da Leonardo da Vinci e illuminato dalle mille luci del Presepe della Marineria fanno mostra di sé le tradizionali bancarelle del Mercatino di Natale, con tanti prodotti tipici da acquistare o da degustare: decorazioni, addobbi, piante e fiori, gadget, prodotti artigianali, idee-regalo, giocattoli, abbigliamento, oggettistica. Non perdere è l’originale Presepe galleggiante, allestito sulle barche della Sezione Galleggiante del Museo della Marineria. Uno spettacolo suggestivo, in particolare di sera, quando tutte le luci iluminate della Marineria si specchiano nell’acqua: 53 statue d’autore sulle antiche barche del museo galleggiante nel porto leonardesco. Oltre al gruppo di statue della Natività e le tradizionali figure dei pastori, il Presepe ospita numerose statue a grandezza d’uomo: la prima a essere costruita è stata quella di San Giacomo, il patrono di Cesenatico e ogni anno se ne aggiungono di nuove. Il giorno dell'Epifania viene festeggiato con canti e balli della tradizione popolare romagnola.
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Cesenatico
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Nella splendida cornice del Porto Canale progettato da Leonardo da Vinci e illuminato dalle mille luci del Presepe della Marineria fanno mostra di sé le tradizionali bancarelle del Mercatino di Natale, con tanti prodotti tipici da acquistare o da degustare: decorazioni, addobbi, piante e fiori, gadget, prodotti artigianali, idee-regalo, giocattoli, abbigliamento, oggettistica. Non perdere è l’originale Presepe galleggiante, allestito sulle barche della Sezione Galleggiante del Museo della Marineria. Uno spettacolo suggestivo, in particolare di sera, quando tutte le luci iluminate della Marineria si specchiano nell’acqua: 53 statue d’autore sulle antiche barche del museo galleggiante nel porto leonardesco. Oltre al gruppo di statue della Natività e le tradizionali figure dei pastori, il Presepe ospita numerose statue a grandezza d’uomo: la prima a essere costruita è stata quella di San Giacomo, il patrono di Cesenatico e ogni anno se ne aggiungono di nuove. Il giorno dell'Epifania viene festeggiato con canti e balli della tradizione popolare romagnola.
Dal 1999 Forlì e Cesena rappresentano un’unica provincia, la cui sigla è FC. I volti della provincia, però, rimangono due, dati dalla rispettive città. Iniziamo da Forlì: arriva il Natale e anche Forlì sfoggia le sue tradizioni. In Piazza Saffi torna il Mercatino di Natale dove si possono trovare giochi, dolci, regali, addobbi natalizi e tante idee regalo. Consueto appuntamento per il giorno di Santa Lucia quando si festeggia con il torrone che secondo la tradizione va regalato alle ragazze innamorate. Per l'intera giornata, Corso della Repubblica e Piazza Saffi si riempiono delle bancarelle della Fiera di Santa Lucia.
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Forli
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Dal 1999 Forlì e Cesena rappresentano un’unica provincia, la cui sigla è FC. I volti della provincia, però, rimangono due, dati dalla rispettive città. Iniziamo da Forlì: arriva il Natale e anche Forlì sfoggia le sue tradizioni. In Piazza Saffi torna il Mercatino di Natale dove si possono trovare giochi, dolci, regali, addobbi natalizi e tante idee regalo. Consueto appuntamento per il giorno di Santa Lucia quando si festeggia con il torrone che secondo la tradizione va regalato alle ragazze innamorate. Per l'intera giornata, Corso della Repubblica e Piazza Saffi si riempiono delle bancarelle della Fiera di Santa Lucia.
I mercatini di Natale di Rimini sono famosi quanto la – sempre autoctona - piadina. Ogni piazza ha il suo mercato e festose bancarelle si susseguono lungo il Corso d’Augusto, Piazza Tre Martiri, Piazza Cavour, Piazza Malatesta e dintorni. Per visitare in modo originale le vie del centro storico addobbate dalle luminarie natalizie, si può prendere il trenino... guidato da Babbo Natale, un modo divertente per attraversare i mercatini e visitare la città! Nella quinta della Vecchia Pescheria, inoltre, incisori del rame e dell’argento, maestri della lavorazione del cuoio, dell’argilla e della terracotta, ceramisti, vetrai e artigiani dell’oggettistica in legno espongono le loro opere direttamente sui banchi di marmo di questo suggestivo luogo nel cuore della città.
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Rimini
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I mercatini di Natale di Rimini sono famosi quanto la – sempre autoctona - piadina. Ogni piazza ha il suo mercato e festose bancarelle si susseguono lungo il Corso d’Augusto, Piazza Tre Martiri, Piazza Cavour, Piazza Malatesta e dintorni. Per visitare in modo originale le vie del centro storico addobbate dalle luminarie natalizie, si può prendere il trenino... guidato da Babbo Natale, un modo divertente per attraversare i mercatini e visitare la città! Nella quinta della Vecchia Pescheria, inoltre, incisori del rame e dell’argento, maestri della lavorazione del cuoio, dell’argilla e della terracotta, ceramisti, vetrai e artigiani dell’oggettistica in legno espongono le loro opere direttamente sui banchi di marmo di questo suggestivo luogo nel cuore della città.
Ravenna è stata capitale di tre imperi: dell’Impero Romano d’Occidente, di Teodorico Re dei Goti, dell’Impero di Bisanzio in Europa. Un passato testimoniato dalle basiliche e dai battisteri di Ravenna, dove si conserva il più ricco patrimonio di mosaici dell’umanità risalente al V e VI secolo. Dallo scintillio dell’oro dei mosaici a quello delle luci dei Mercatini di Natale il passo è breve e conduce ad addobbi e decori per la casa e l’albero, articoli per il presepe, fiori e piante, artigianato e oggettistica, dolciumi e frutta secca. Il tutto in una magica atmosfera garantita dalle luminarie con cui la città bizantina viene addobbata. La città di Ravenna propone agli appassionati di musica anche un ricco programma di concerti di Natale.
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Ravenna
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Ravenna è stata capitale di tre imperi: dell’Impero Romano d’Occidente, di Teodorico Re dei Goti, dell’Impero di Bisanzio in Europa. Un passato testimoniato dalle basiliche e dai battisteri di Ravenna, dove si conserva il più ricco patrimonio di mosaici dell’umanità risalente al V e VI secolo. Dallo scintillio dell’oro dei mosaici a quello delle luci dei Mercatini di Natale il passo è breve e conduce ad addobbi e decori per la casa e l’albero, articoli per il presepe, fiori e piante, artigianato e oggettistica, dolciumi e frutta secca. Il tutto in una magica atmosfera garantita dalle luminarie con cui la città bizantina viene addobbata. La città di Ravenna propone agli appassionati di musica anche un ricco programma di concerti di Natale.
A Sant’Agata Feltria da domenica 27 novembre è ripartito in grande stile il grande circo del Natale attraverso una manifestazione internazionale che recupera la tradizione dei classici mercatini di natale, di presepi e diorami esposti nella chiesa di San Francesco della Rosa, aggiungendo però tanti gustosi eventi collaterali. Primo fra tutti la Casa di Babbo Natale, dove il leggendario vecchietto si è costruito la sua abitazione, accanto al Laboratorio degli Elfi, con un grazioso giardino dove pascolano le renne Sirio e Polar pronte a sfilare con la slitta in paese, mentre un elfo raccoglie le letterine dei bambini da consegnare a Babbo Natale. Davvero imperdibile, per tutti i bambini, un giro nelle atmosfere incantate della Rocca delle Fiabe, tra i maggiori personaggi del miglior repertorio fantastico. Tema guida della gastronomia saranno “I Piatti dell’Avvento”, serviti in ristoranti e trattorie così come nello stand “Mangiatoia”. Per sottofondo musicale il suono inconfondibile di zampogne, musiche tradizionale e della Band di Babbo Natale, che accompagnano lo shopping tra bancarelle di artigianato, prodotti tipici come il prezioso tartufo bianco di Sant’Agata e il formaggio di fossa, idee regalo e addobbi natalizi.
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Sant'Agata Feltria
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A Sant’Agata Feltria da domenica 27 novembre è ripartito in grande stile il grande circo del Natale attraverso una manifestazione internazionale che recupera la tradizione dei classici mercatini di natale, di presepi e diorami esposti nella chiesa di San Francesco della Rosa, aggiungendo però tanti gustosi eventi collaterali. Primo fra tutti la Casa di Babbo Natale, dove il leggendario vecchietto si è costruito la sua abitazione, accanto al Laboratorio degli Elfi, con un grazioso giardino dove pascolano le renne Sirio e Polar pronte a sfilare con la slitta in paese, mentre un elfo raccoglie le letterine dei bambini da consegnare a Babbo Natale. Davvero imperdibile, per tutti i bambini, un giro nelle atmosfere incantate della Rocca delle Fiabe, tra i maggiori personaggi del miglior repertorio fantastico. Tema guida della gastronomia saranno “I Piatti dell’Avvento”, serviti in ristoranti e trattorie così come nello stand “Mangiatoia”. Per sottofondo musicale il suono inconfondibile di zampogne, musiche tradizionale e della Band di Babbo Natale, che accompagnano lo shopping tra bancarelle di artigianato, prodotti tipici come il prezioso tartufo bianco di Sant’Agata e il formaggio di fossa, idee regalo e addobbi natalizi.